La crescita... Viaggio Avventura Libertà

Blog

02.12.2013 10:15

Roma, Italia...dalla camera del BB LiberaMente :)

Questo viaggio è arrivato alla conclusione, sono rientrato in Italia da due giorni. Il viaggio è stato abbastanza comodo, sono partito da Los Angeles alle 15:45 e dopo 10 ore di volo con un Airbus A380 Air france sono arrivato a Parigi che erano le 11.30 locali, facendo tutto il viaggio senza dormire.

Volevo arrivare a Roma già recuperando ore di fuso aspettando la notte per dormire. Il secondo volo è partito verso l'una e mezza, come ho toccato il sedile sono crollato dormendo per tutta la durata del volo. Arrivo sul suolo Italiano alle ore 15:30 a Roma Fiumicino, già sapevo che ad attendermi c'era mia sorella con Paolo.

Baci e abbracci e via al bar per un caffè... Mentre raccontavo le mie avventure animatamente con tazzina del mio espresso in mano, i miei occhi vengono bendati da due mani e alle mie spalle boh!!! Chi poteva essere!!?? Dunque... Vivi mi aveva detto che era impegnata e non poteva venire il giorno del mio arrivo, mi avrebbe raggiunto qualche giorno dopo... ma quelle manine sapevano di qualcosa di estremamente desiderato per tutto il tempo lontano da lei. Infatti  mi volto ed era il mio bellissimo amore, una sorpresa inaspettata e un emozione da rimanere senza fiato nel rivederla.  Altrettanto meraviglioso è stato rivedere mia sorella e a breve anche la mia famiglia. Io e Vivi ci fermeremo a Roma nel BB LiberaMente per recuperare un pò... il fuso.... e stare un pò con Patry e Paolo. 

Sono in Sardegna adesso, nella mia magica terra, la più bella del mondo e non vedo l'ora di vivermela, scoprirla come mai ho fatto prima, insieme alle persone che amo.

Questo viaggio mi ha fatto scoprire emozioni completamente nuove, come la libertà e la visione che si ha in sella ad una bici avventurandomi in nuovi posti nel mondo. Ma quella terra che ancora non conosco affatto è proprio la mia, nonostante ci abbia passato tutta la vita. Cerchiamo sempre posti lontani forse per fuggire dalla monotonia ed è giusto sia così, ma proprio facendo questo, cioè scappando, apprezziamo ancora di più la nostra favolosa Sardegna che l'unica pecca che ha... quella di appartenere all'Italia. Quindi chiedetemi... quale sarà il prossimo viaggio? Sarà proprio questo, conoscere la mia terra. Come? Sempre in bici ovviamente :)

 
24.11.2013 20:30

Ultimi giorni a Los Angeles prima di rientrare in Italia...

Trascorrerò questi ultimi giorni in ostello a Hollywood. È situato sulla Hollywood Blvd di fronte all'Highland Center, dove all'interno si trova il Dolby Theatre; sino al 2012 si chiamava Kodak Theatre, ma a causa della crisi che ha colpito la società Kodak è stata cessata la sponsorizzazione, al suo interno viene anche svolta la famosa cerimonia degli Oscar. L'ostello è abbastanza pulito e il prezzo ottimo per la posizione in cui si trova, lo consiglio per chi volesse venire a LA e spendere poco stando in una posizione privilegiata. La mia camera è composta da sei letti, il mio è uno di sopra entrando sulla sinistra. Il materasso l'ho trovato più comodo rispetto ad altri ostelli, la biancheria è pulita e viene consegnata al momento del check in. Tè e caffè sono sempre a disposizione. L'unica pecca sono gli armadietti di sicurezza non gratis, se si volessero utilizzare il costo per ogni chiusura sarebbe di 25cent.

Finito di sistemare la mia roba in camera, ho passato il resto della giornata girovagando un pò in bici per le vie di Hollywood, la Brea sino ad arrivare nei grattacieli di Santa Monica passando per West Hollywood e Beverly Hills, sulla Santa Monica Blvd. Ho ammirato la mostra fotografica di National Geographic per i suoi 125 anni, chiamata The Power of Photography, all'interno 400 scatti dal 1888 sino ad oggi suvari temi: guerra, esplorazione, avventura, paesaggi, mare, animali, etnie e storia. Mostra favolosa con scatti che hanno fatto la storia, molto interessante! Rientro in ostello che sono le 19, lascio la bici e riesco a fare un giro e a mangiare qualche porcheria americana. Finisco da Johnny Rockets ordinando un hamburger smoke house single, patatine fritte con pancetta e formaggio e una pepsi rinfrescante con ghiaccio. Esco da Johnny con una stanchezza da sbaffo eccessivo e ritorno dritto in ostello, mi butto a letto e faccio qualche ricerca dove trovare materiale per imballarmi la bici a LA, noleggio un auto per gli ultimi due giorni e infine cerco di guardare un film ma la connessione internet è proprio una mierd quindi spengo tutto e mi metto a dormire.

La mattina del 25 Novembre sono uscito dall'ostello alle 12 e mi sono fiondato a mangiare al Giapponese, in un ristorantino sulla Sunset Blvd che già conoscevo, ci andavo spesso due anni fa quando uscivo da scuola nella pausa pranzo. La giornata è bellissima e il sole è caldo, pedalo in salita a maniche corte verso il Griffith Observatory che si trova sulla collina di fianco alla scritta Hollywood. La vista da su è eccezionale, si vede tutta Los Angeles sino ad arrivare a Santa Monica Beach. Rimango un' oretta e poi decido di raggiungere l'Hollywood Sign, da dove sono non posso passare, devo riscendere per poi risalire su un'altra strada lunga e ripida che mi porta vicinissimo alla scritta, faccio qualche foto e aspetto il sole tramontare. Rientro sulla Walk of fame e parcheggio la bici in ostello. Riesco subito a piedi e vado a fare un giro dentro l' Highland Center e girare per negozi per poi rientrare definitivamente in ostello, ma prima... Pizza. Maledetta pizza! Sto bevendo litri d'acqua. Volevo lavarmi la roba da vestire ma le lavatrici sono occupate, proverò domattina. Con il sottofondo della musica che esce dagli altoparlanti degli artisti di strada mi avvio verso la mia camera per sdraiarmi in branda.

La giornata del 26 Novembre è stata molto ma molto tranquilla, come sempre ho preso la bici e mi sono diretto a Santa Monica e Venice Beach, volevo riprovare a fare surf ma questa volta il mare era piatto. Vado a rilassarmi alla fine del ponte di Santa Monica in una panchina, come sottofondo... un artista di strada che cantava varie cover. Rientro verso sera riuscendo a sbrigare quelle cose che non sono riuscito nei giorni precedenti, tipo lavarmi tutta la roba accumulata durante il lungo tragitto in bici.

Penultimo giorno in US... Vado a ritirare l'auto in aeroporto. Parto da Hollywood in bici e arrivo al noleggio dopo un' ora e mezza. Entro che sono le 11:30, una fila pazzesca mi attende. Ritiro l'auto verso le 13, carico la bici nella Chevy Cruze rimuovendo la ruota anteriore e mi dirigo verso l'aeroporto per informarmi sul trasporto bici con AirFrance. L'aeroporto nonostante sia enorme mi è sembrato ben organizzato. Non ho avuto grossi problemi a trovare parcheggio e il Terminal 2, dove c'è Air France. Entro e mi avvicino al banco Air France, mi informano sul costo per il trasporto bici e che avrei potuto fare tutto direttamente al momento del check in il giorno della partenza, ringrazio e ritorno alla macchina. Apro una parentesi riguardo al trasporto della bici con Air France... Vivi, molto disponibile come sempre, aveva chiamato il giorno prima al call center della compagnia, le info che le son state date si sono rilevate completamente differenti dalla realtà. Il costo per trasporto della bici, secondo quanto sosteneva la signorina del call center era di 75$ e le dimensioni non dovevano superare i 158 cm, se si fossero superate queste misure il costo sarebbe stato di 300$. La realtà invece è questa: 150$, dimensioni non specificate ma il peso non deve superare i 23kg. 

Ora super informato non mi resta che andare a comprare il materiale per imballare la mia bici. Avevo guardato qualche giorno fa su internet dove andare a rifornirmi di tutto l'occorrente per l'imballaggio. Ho trovato un negozio non tanto distante da Hollywood sulla Fairfax Ave. e Beverly, praticamente di fronte a The Grove, importante piazza commerciale di LA, stando alle recensioni molto fornito. Parcheggio l'auto nel complesso della piazza e vado a piedi al negozio. Trovo tutto quello che mi serve compresa la scatola per la bici. Rientro verso il parcheggio e mi metto subito a lavoro, volevo togliermi subito di mezzo il problema bici. Finito di mummificarla aspetto a metterla dentro la scatola per via dei pedali ancora da rimuovere, non avevo portato con me la chiave 15. Infilo tutto in macchina e vado a mangiare nella piazza, l'ultimo pasto l'avevo consumato ieri sera e ancora oggi alle 16 non avevo toccato cibo. 

Da un pò di giorni avevo in mente di voler racchiudere il ricordo di questo particolare e fantastico viaggio con un Tattoo e sarebbe stato perfetto farlo nell'ultima città Statunitense dove la mia bici ed io siamo arrivati. Passando per la Brea sapevo di trovare lo studio di Kat Von D., famosa tatuatrice di LA Ink. Il suo studio si chiama High Voltage Tattoo, oltre a lei ovviamente lo staff comprende altri 7 tatuatori. Il mio è stato fatto da Nate Fierro ;) Rientro a Hollywood e parcheggio dietro all'ostello per 20$ tutta la notte sino all'ora di pranzo. Vado a prendere la chiave 15, smonto i pedali e chiudo tutto dentro il box.

La giornata di oggi è stata molto piena e intensa, sono uscito alle 9 dall'ostello e ci sono rientrato alle 20, ma sono contento di aver sistemato la bici, pronta per il rientro, e di essere riuscito a fare anche il tatuaggio in uno dei migliori studi di LA.

Il giorno prima della partenza, a disposizione una giornata per cazzeggio, senza bici purtroppo. Decido di andare a visitare Claremont, città dove è nato e cresciuto Ben Harper, uno dei miei artisti preferiti. Si trova a est di Los Angeles, da Hollywood circa 45 min di macchina. Arrivato in città vado a visitare il negozio di musica e museo dei nonni materni di Ben, proprio nel retro di quel negozio Ben ha cominciato a suonare la chitarra. Purtroppo non sono potuto entrare, oggi è il giorno del ringraziamento e tutti o comunque la maggior parte delle attività sono chiuse. Rientro a Los Angeles e guido sino a Venice Beach, dove parcheggio e faccio un giro soffermandomi a osservare dello freestyle offerto dai ragazzi dello skate park. Rientro infine verso Hollywood alle 15 dove mangio una pizza in Sunset blvd.e parlo al tel con Vivi, lei già sotto la coperta al calduccio e io con 9 ore indietro a pranzare.

Adesso sono le 20.30, mi trovo sul mio letto e scrivo di questi ultimi giorni pensando ai primi...

 

 

23.11.2013 22:00

Venice

Da oggi niente tappe, sono arrivato anche troppo presto a Los Angeles, dovrei rimanere sino al 4 Dicembre ma sto pensando di anticipare e rientrare in Italia qualche giorno prima. In realtà ieri ho chiesto a Vivi di chiamare Alitalia se potevo anticipare il volo. Questa mattina ho visto il suo messaggio che mi confermava che volendo potevo anticipare. Ci sentiamo via skype e decido di anticipare magari verso il 29/30 se è possibile. Vivi prova a chiamare mentre sono collegato ma dopo metà conversazione con il call center cade la linea, proverà più tardi a chiamare. Ci salutiamo, prendo la bici, stringo qualche raggio lento nella ruota e parto verso Venice Beach. La giornata è bella soleggiata, le mie intenzioni sono di entrare in acqua e provare a surfare, oggi le onde sono poche quindi decido di noleggiare il SUP. Lungo Venice Beach non noleggiano SUP , mi dicono che a Santa Monica posso trovarli. Passeggiare a Venice beach è bellissimo, ci sono tanti artisti di strada con bancarelle, persone che suonano, cantano, fanno skate, surf e giocano a beach volley. La pista ciclabile sulla spiaggia mi porta a Santa Monica, dove trovo subito il noleggio. Entro e prendo il SUP con una muta e mi fiondo in acqua. Era la prima volta che usavo lo stand up paddle, inizialmente ero un pò impedito ma non ho tardato a prenderci la mano. Le onde erano veramente poche, ho fatto un giretto tra Santa Monica e Venice, ogni tanto ho provato a surfare qualche onda quasi sempre con scarsi risultati, ma una bella sono riuscito a surfarla. Dopo un ora e mezza le onde iniziano ad aumentare, decido quindi di riportare il SUP e prendere un long board. Rientro in acqua e mi diverto a surfare qualche ondina per un' altra oretta scarsa sino a quando la fame si fa sentire. Rientro al noleggio verso le 14, mi vesto e vado a mangiare nel primo posto disponibile: Subway. Esco bello sazio con la conferma di Vivi del volo anticipato al 29, sarò in Italia il 30, rimarrò un po da Patry e aspetterò Vivi che mi raggiungerà qualche giorno dopo. Credo che 7 giorni a LA siano più che sufficienti, conosco già questa città e rimanere 12 giorni significa solo buttare via soldi.
Rientro alla base alle 16:30, cerco di informarmi su internet dove acquistare le cose utili per imballare la bici tra qualche giorno. Sarò costretto a noleggiare un auto per gli ultimi due giorni, così potrò organizzarmi per l'imballo e portare la bici già imballata con tutte le valigie direttamente all'aeroporto quando restituirò la macchina.
Domani lascio questo ostello per passare gli ultimi 5 giorni a Hollywood, zona abbastanza centrale dove potrò spostarmi con più facilità in tutte le direzioni di LA senza metterci troppo tempo.

22.11.2013 23:00

Da Malibu a Venice Beach LA: 51km

L'ultima notte in tenda; oggi sarà l'ultima tappa che mi porterà a Los Angeles. Stanotte un vento allucinante mi ha svegliato, ho pensato che la tenda si sarebbe distrutta vista la sua fragilità, invece la riparazione fatta ha tenuto alla grande, comunque non ero sicuro tenesse perciò non ho dormito tranquillo, svegliandomi spesso durante la notte. La mattina il vento era li pronto a rompere le palle per l'ultima tappa, tutti i 50 km vento forte e contrario con raffiche che mi sbandavano rischiando di farmi cadere. In certi momenti il nervoso era troppo forte che non so quanto forte ho frastimato. Pedalavo come se facessi una salita ripidissima e la bici ferma, in discesa dovevo pedalare come se stessi in salita, una vera rottura di palle. Dopo svariate incazzature rivolte al vento arrivo finalmente a Santa Monica, percorrendo la ciclabile che attraversa la spiaggia enorme e bellissima. Raggiungo il Pacific Park percorrendo il Santa Monica Pier dove c'è il cartello che indica la fine della Route 66. Parcheggio la bici proprio sotto il cartello, subito si avvicina un signore simpaticissimo, che inizia a farmi domande varie sul mio viaggio, così gli racconto del mio tragitto, partendo da Chicago e infine arrivando qua a LA dopo aver percorso tanti km alternando bici e treno. Il suo nome è Gary, aveva la bici parcheggiata non tanto distante dalla mia. Anche lui in passato ha fatto lunghi viaggi in bicicletta passando anche per l'Europa. Persone con stessi interessi non possono che trovarsi bene, mi ha offerto addirittura il pranzo. Mi ha fatto infine qualche foto con la sua macchina fotografica, inviandomela poi via mail Grande persona, è stato un vero e proprio benvenuto a LA.
Dopo questo fantastico episodio, mi dirigo verso Venice, all'ostello che avevo prenotato, non riuscivo a trovarlo perchè senza insegna, poi una signora me lo indica. Entro e un ragazzo mi dice che non c'è nessuno, devo aspettare che rientri qualcuno del personale per registrarmi. Passa solo qualche minuto e arriva uno spilungone con accento inglese britannico, faccio il check in e mi mostra la camera con il mio letto. Faccio una vera doccia calda dopo giorni di camping e mi rilasso nel bel letto soffice. Verso le 21 esco a mangiare e mi fermo in un ristorantino italiano, ordino Fettuccine Alfredo con pollo e una coca con ghiaccio. Esco con la pancia bella piena e rientrando verso l'ostello mi fermo da 7eleven e prendo 3 donuts per la colazione del giorno seguente, ma non ho resistito e due li ho mangiati mentre guardavo un film prima di addormentarmi.

21.11.2013 13:06

20 e 21 Novembre da Refugio State Park a Malibu: 133km

Ieri mi sono limitato a fare pochi km, mi sono accampato subito dopo Santa Barbara, a Carpenteria, un campeggio situato finalmente in un centro abitato ma vicino alla spiaggia. Sono arrivato verso le 15 e la zona bike era affollata, guardo bene e vedo la bici di John e subito dopo lui. Non passa neanche mezz'ora e vedo arrivare un altra bici, è Jimmy che ci eravamo persi a Oceano e infine l'ultimo ad arrivare è Gabriel. Di nuovo tutti insieme per questi ultimi km sino a LA.
Con il paese vicino siamo andati prima a mangiare un hamburger e dopo a bere qualche birra artigianale in un locale chiamato Island, dove ci hanno raggiunto anche gli altri del campeggio. Non ero tanto di compagnia, leggevo le notizie drammatiche e catastrofiche che hanno colpito la mia terra e non potevo che esserne rattristito. Comunque in tanto dolore c'è anche tanta unione di un popolo Sardo che non si arrende mai, che va avanti e che si rialzerà più forte di prima.
Lasciato il pub siamo andati a farci una bella scorpacciata di donuts per poi rientrare in campeggio sotto una pioggia fine ma intensa. Durante la notte diluviava e ho sperato di non svegliarmi con l'acqua dentro la tenda. Ad un certo punto un colpo forte mi sveglia, sono le 2 e ancora diluvia, vedo la tenda inclinata, inizialmente penso a un ramo sceso dall'albero sopra di me, invece guardo bene e si era spezzato uno dei due bastoni che tengono tesa la tenda, guardo il danno e spero che la tenda regga sino a domattina. Mi sveglio alle 7, la tenda è ancora in piedi e niente acqua dentro. Questa mattina c'è un bel sole nonostante le previsioni dessero pioggia anche oggi, infatti ieri pensavo di rimanere un altro giorno in campeggio ma poi con il problema della tenda e il gruppo che voleva proseguire, ho deciso di mettermi in viaggio anch'io. Questi 80 km sino a Malibu tutti sulla costa, sono stati fatti in un lampo, sono arrivato in campeggio senza accorgermene. Ho riparato la tenda con dei rami e del nastro isolante che mi ero portato dietro da casa. Nel frattempo sono arrivati gli altri, abbiamo mangiato e bevuto un goccio di vino rosso californiano, poi mi sono rintanato in tenda. Domani in un paio d'ore sarò a Venice Beach dove ho prenotato un ostello per 2 notti. Vorrei sti giorni passassero in fretta, ho voglia di rivedere i miei amori e la mia terra ferita, che mai come adesso mi manca così tanto.

19.11.2013 22:00

Da Oceano a Refugio State Park: 122km

Questa mattina sono entrato su whatsapp dove c'erano diversi messaggi di Vivi, Patry e mia mamma informandomi sul disastro che si è abbattuto in Sardegna, il ciclone Cleopatra ha fatto parecchi danni con morti, dispersi e tanti sfollati. Adesso bisognerà darsi una grossa mano a vicenda aiutando le povere persone rimaste senza casa, purtroppo io non potrò far niente da qui e questo mi dispiace tanto.
Sono partito quindi con l'umore un po giù, nonostante ciò comunque devo andare avanti e proseguire il mio cammino. Ho aspettato Gabriel e siamo partiti insieme ma il ritmo è diverso e dopo 20 km ci siamo persi. Faccio una deviazione, dopo 40 km mi fermo a mangiare a Santa Maria, una cittadina accogliente. Riparto dopo 45 min, esco dalla città prendo la Freeway 101 che senza altre fermate mi porta sino a Refugio State Park dove mi accampo, dopo un ora mi raggiunge anche Gabriel. Oggi è stato un altra tappa un pò noiosetta, l' autostrada ha lasciato la costa per entrare verso l'interno, solo alla fine si è rivisto l'oceano. Da domani però il tragitto sarà tutto sulla costa, prima Santa Barbara poi Malibù e infine Santa Monica e Los Angeles.

18.11.2013 23:00

Da San Simeon State Park a Oceano: 90km

Oggi gran bella pedalata! Sono partito dal campeggio alle 8:30, in accordo con Jimmy partito prima, che ci saremmo incontrati nel prossimo campeggio a Oceano. Gabriel ancora dorme quando parto, lui si sveglia sempre più tardi di tutti. La tappa di oggi è stata un pò noiosa, abbastanza pianeggiante e niente montagne o panorami fantastici come il Big Sur, giusto qualche tipica spiaggia Californiana. Preferisco faticare un pò, circondato da un bel paesaggio piuttosto che pedalare in strade monotone, comunque ho fatto abbastanza km. Mi sono fermato verso mezzogiorno a San Luis Obispo per pranzare, ho trovato il mio Panda Express che con 10$ mi sono strafogato. Sono riuscito a sentire il mio bellissimo amore e la mia famiglia, erano preoccupatissimi in quel giorno e mezzo senza mie notizie, purtroppo non c'era linea. Mi sono rimesso in viaggio dopo un ora a stomaco pieno, quando con la testa tra le nuvole, pensando al percorso da fare e alla strada da prendere per uscire dalla città, mi fermo ad un semaforo dimenticando di sganciare il piede dal pedale, rimango agganciato come un salame e cado a terra ribaltandomi, Due ragazzi che attraversavano la strada, vedendo che non mi ero fatto niente, scoppiano a ridere e anch'io con loro. I restanti 25km sono passati veloci, arrivato ad Avila Beach, faccio una svolta e mi fermo in spiaggia per qualche foto, poi proseguo verso il campeggio subito dopo Oceano dove avremmo dovuto incontrarci. Arrivato là per primo, noto che il camping non ha lo spazio bike camp, faccio un giro e trovo un altro campeggio ma anche li niente, un signore all'ingresso mi dice che poco prima del cartello Welcome to Oceano ce n'è uno che accettano bici. Torno indietro per qualche km entro e la signora mi conferma il posto per 13$. Mi dirigo nello spazio dedicato e piazzo la tenda, faccio un giro e trovo la lavanderia, al suo interno, un tavolinetto con prese di corrente, perfetto posso ricaricare tutto! Nel frattempo che carica il telefono e il pc scrivo queste righe per il blog. Pensavo di aver perso il gruppo, mentre scrivo vedo entrare Gabriel, mi dice che questa mattina si è svegliato alle 9:20. Anche lui non ha notizie di Jimmy, ho provato anche a chiamarlo al cellulare ma risponde la segreteria, magari si è fermato a San Luis Obispo e chissà forse lo rincontreremo.

17.11.2013 22:00

Da Kirk Creek Campground a San Simeon State Park: 62km

Sto iniziando ad abituarmi a questa vita da nomade, ogni mattina smonto la tenda, quando c'è l'acqua ci si lava altrimenti si aspetta al prossimo campeggio, faccio colazione e preparo il caffè con il mio fornellino. Ormai viene tutto automatico come quando sei a casa, la differenza sta nel comprare le cose giuste ed essenziali e fartele bastare giorno dopo giorno senza sprechi.
Questa mattina mi sono alzato alle 6:30 e alle 8 stavamo già partendo, dovevamo percorrere qualche km in più con delle elevazioni iniziali molto dure. Riesco a stare al passo di John per 25 km, poi iniziano le salitone infinite e lui va via come una scheggia. Io rimango con il mio passo lento ma efficace, scalo la prima montagna e poi giù in picchiata. Arriva la seconda molto più lunga e ripida della prima, nel frattempo incontro tre ciclisti, due spingevano la bici e l'altro aveva quasi il mio stesso passo. Arrivo su in cima e riprendo fiato scendendo in picchiata a 60km/h. Ho passato il tratto più faticoso, il Big Sur è attraversato, adesso finalmente un pò di tregua lungo la valle. Da qui le miglia che mi separano da Los Angeles, sono 240 circa 380 km. Credo che tenendo questo passo tra 6 o 7 giorni arriverò. Sono arrivato al campeggio alle 12:30 per primo, John probabilmente ha proseguito, potevo pedalare anch'io per qualche altra ora ma non voglio arrivare troppo presto, mi piace godermi il viaggio in bici e stare accampato con gli amici ciclisti. Importante arrivare a Santa Monica qualche giorno prima di prendere l'aereo per provare un pò di surf, poi il mio viaggio posso definirlo concluso.
Dopo un pò arriva Gabriel, mi sono ricordato adesso il nome, molto dopo anche Jimmy che incontriamo al market vicino al campeggio. Facciamo rifornimento di cibo e rientriamo all'accampamento. Qua abbiamo l'acqua, quindi una bella doccia calda ci sta tutta. Prima che cali il sole prepariamo da mangiare, ci facciamo una Corona fresca e poi al chiaro di luna ognuno nella propia tenda a riposare, per affrontare domani un altro giorno di pedalata.

16.11.2013 22:00

Da Pfeiffer State Park a Kirk Creek Campground: 47km

Stanotte ho dormito proprio bene sul mio materassino gonfiabile, avevo giusto un pò di freddino in faccia, dalla tenda entravano spifferi ghiacciati e l'unica parte scoperta era quella.
Questa mattina sveglia alle 7:30, colazione con cereali, pane nutella e barretta energetica all'albicocca. Smontato l'accampamento ero pronto per partire, unico fastidio è che non ho potuto parlare con Vivi, qua nel Big Sur i telefoni non prendono, speravo di trovare linea durante il tragitto ma zero completo. Parto alle 9:30 insieme a Jimmy, ragazzo della Georgia, il francese si è alzato tardi quindi ci raggiungerà nel prossimo campeggio. La partenza inizia subito con diversi km in salita, riesco incredibilmente a percorrerli senza troppo sforzo, ero proprio in forma tant'è che ho lasciato subito dietro Jimmy. Mi sentivo veramente bene, niente dolori muscolari e gambe forti, tappa dopo tappa mi accorgo di avere più forza di spinta oppure credo di aver trovato semplicemente il set up giusto. La strada costeggia per tutto il percorso l'oceano con strapiombi incredibili e spiagge deserte, una bella atmosfera amplificata dalla mia musica sull'Iphone. Mi fermo in diversi punti per fare foto, in uno di questi una signora tedesca mi da il suo binocolo per guardare dei leoni marini vicino alla costa. Al trentesimo km mi fermo per mangiare una barretta energetica e bere un pò di succo, dopo un pò arriva anche Jimmy, scattiamo qualche foto e ripartiamo. Si prosegue con lo stesso ritmo tra salite e discese, passo un ristorante e dopo 8 km incredibilmente sono già arrivato al campeggio. È quasi l'una, volevo percorrere altri km ma la linea nel telefono è sempre piatta e di conseguenza niente internet e niente mappe per sapere quanto dista il prossimo camping, quindi ho aspettato Jimmy all'ingresso. Questo campeggio è situato di fronte all'oceano in una valle, la location è bellissima peccato che non c'è acqua e niente doccie, oltretutto è self service, bisogna compilare un foglio con una parte da tenere e attaccare nella zona dove accampi mentre l'alta parte dove si mettono i soldi va infilata in una cassetta delle lettere. Arriva Jimmy dopo 20 min, decidiamo di piazzare le tende, lasciare i bagagli dentro e tornare indietro per prendere almeno l'acqua nell'unico posto vicino, quel ristorante che avevamo passato. Via! Altri 16 km tra andare e tornare, quando arriviamo scopriamo che c'è anche un mini market caro come una gioielleria. Compro oltre l'acqua anche qualcosa per fare colazione domattina. Rientriamo alla base e nel frattempo ci aveva raggiunto anche il francese ritardatario. Sono le 16, il sole è basso e mentre mangio una mela, vedo uno di spalle che cerca posto per accamparsi nella zona bike, quando si gira lo riconosco, è John! Quando si percorre questa strada è più facile rincontrasi che perdersi, bella sta cosa. Si accampa insieme a noi, lui era stato un giorno in più a Monterey e oggi ha fatto una super tappa raggiungendomi. Abbiamo cenato mentre il sole spariva all'orizzonte nell'oceano, ricordandomi tutti i tramonti visti lo scorso anno in Brasile sull'oceano atlantico.
Domani grande tappa lunga obbligata, non ci sono campeggi prima di 80 km, inizialmente si preannuncia un pò faticosa con delle belle salitone ma da metà strada sarà più scorrevole. Adesso con il rumore del mare che fa da ninna nanna credo che andrò a dormire.

15.11.2013 11:57

Da Monterey a Pfeiffer Big Sur State Park: 52km

Questa mattina sono partito da solo, John è rimasto a Monterey credo. Quando sono partito lui non c'era, la sua roba era in camera ma probabilmente era andato a fare colazione fuori dall'ostello. Gli ho scritto in un foglio il mio numero americano, l'indirizzo del blog e i ringraziamenti per la compagnia.
Ho lasciato l'ostello alle 9:30 direzione Big Sur. Oggi il panorama era simile alla prima tappa, oceano sulla destra e montagne lungo la costa con salite ripide ma più graduali rispetto a quelle del primo giorno. Infatti oggi è stata una tappa molto bella, mi sono goduto la bicicletta senza affaticarmi troppo e facendo discesoni a palla toccando i 60km/h. Mi sono fermato verso le 11 per mangiare delle barrette di cereali e fare delle foto, c'era un bellissimo strapiombo tra due montagne con un ponte che le collegava e sotto una piccola spiaggetta probabilmente irraggiungibile.
Proseguo per i restanti km e arrivo all'inizio del Big Sur, mi fermo al Big Sur River Inn dove c'era un bar con ristorante, un piccolo market e l'hotel. Prendo una coca fresca al bar e subito dopo entro nel market per comprare del cibo. Fatto ciò sono pronto per andare in qualche campeggio, in questa zona non è difficile trovarli. Nel primo che vado è troppo caro, 36$. La signora della reception gentilissima mi dice che posso trovare a soli 5km un altro campeggio, il Pfeiffer State Park dove c'è la zona Hike/Bike camping a soli 5$, ringrazio e mi lancio verso questo parco. Arrivo verso le 14, non c'è nessuno nella zona bike. Ho fame e inizio a mettere l'acqua a bollire per fare la pasta, nel frattempo piazzo la tenda e gonfio il mio bel materassino nuovo. L'acqua bolle, butto la pasta e una volta pronta metto il condimento in barattolo et voilà: il piatto è servito. Finito di mangiare vado a fare la doccia, quando esco il campo è pieno di bici. Nel giro di 15 minuti ero circondato da ciclisti, mi avvicino alla mia postazione e mi vedo arrivare un tizio a salutarmi, non ci crederete.. Era il ragazzo francese che stava nel mio stesso ostello a Chicago e lo stesso che ho incontrato sul California Zephyr, incredibile! Adesso lo rincontro qua in mezzo alla foresta, ha comprato una bici a San Francisco e ha deciso anche lui di arrivare sino a Los Angeles in bici. Con lui si è unito un altro ragazzo della Georgia che ha incontrato lungo la strada. Domani forse partiremo tutti insieme.

14.11.2013 13:55

Sunset State Beach-Monterey

13 Novembre da Pigeon Lighthouse a Sunset State Beach: 72Km

Ieri mentre percorrevo la strada ho incontrato un ciclista carico di roba quasi quanto me, poi neanche a farlo apposta ci siamo ritrovati nello stesso ostello e nella stessa camera. È Irlandese e si chiama John, ha vissuto e lavorato diversi anni a New York ma ultimamente sta a Londra. Come me è partito da San Francisco e dovrà percorrere in bici tutta la California One lungo il Pacifico sino ad attraversare il Messico, tutto questo in cinque mesi. Ha viaggiato tanto in bici facendo anche due Iron Man, quindi è ben preparato, molto più di me.
Questa mattina mi ha mostrato su una mappa le elevazioni lungo il percorso che dovremmo percorrere, la parte più difficile sarà la zona del Big Sur.

Dopo la colazione decidiamo di partire insieme, pensavo che mi avrebbe lasciato indietro dopo qualche km, ma sono riuscito a stargli dietro abbastanza per arrivare insieme sino a Santa Cruz, devo dire che ogni tanto dopo le salite rallentava per aspettarmi. Il percorso comunque non era tanto impegnativo, rispetto a ieri, era quasi una passeggiata. Arriviamo verso le 11:30 e decidiamo di andare a mangiare qualcosa, troviamo un ristorantino sul molo di un porto, dal nome Italiano, Aldo's. Ordino delle buonissime fettuccine al ragù, eccezionali, con una coca fresca; il mio collega invece, ravioli con lo stesso condimento. Nel mentre che mangiamo cerchiamo di prendere una decisione su dove possiamo arrivare, per oggi potremmo fermarci al campeggio da dove adesso scrivo, circa 25 km da Santa Cruz. Abbiamo tempo, quindi la prendiamo comoda, fermandoci in un bar vicino alla spiaggia a bere caffè e a goderci questa bella città Californiana con il sole caldo, spiagge immense e persone che giocano a beach volley come una giornata estiva da noi. Oggi non c'erano onde ma ho visto persone in acqua praticando stand up paddle, dovrò attendere per fare surf. Lasciamo Santa Cruz verso le 14 e percorriamo questi ultimi km facendo un ultima sosta a Rio Del Mar, fermandoci in un piccolo market per comprare qualcosa da mangiare stasera al campeggio, prendiamo spaghetti con un sugo pronto, pane, succo di frutta e qualcosa per la colazione per domani mattina. Arriviamo al camping verso le 15:30, paghiamo 5$ a testa e iniziamo a piazzare le tende nel posto assegnato. La tenda comprata da Rei è perfetta e facile da montare, ho allestito il mio bel letto, sacco a pelo con cuscino comprati alla Decathlon di Sassari. Finito di preparare la camera da letto per la notte, una bella doccia calda per 50 cent nella casetta vicino, mentre nel frattempo John metteva l'acqua a bollire per la pasta, nei nostri fornellini. Devo dire che lui ha un sistema migliore del mio per cucinare, il suo quando è chiuso occupa meno spazio, in un singolo pezzo ha tutto, pentolino, gas e posate. Non deve far altro che togliere la bombola da dentro lo stesso pentolino, attaccarla sotto tramite un aggancio e il tutto rimane compatto a forma di borraccia. Io invece ho tre pezzi separati, la bombola, il fornellino da attaccare su dove poi vado ad appoggiare il pentolino, rimane un po più scomodo, se c'è vento la fiamma si sposta troppo e tarda di più a bollire e comunque il pentolino non rimane fisso sopra. Finito di mangiare, prepariamo un buon caffè, parliamo un pò sul da farsi per il percorso di domani decidendo di percorrere all'incirca gli stessi km di oggi che ci porteranno sino a Monterey, poi domani vedremmo con più calma. Inizia a fare freddo fuori e l'umidità è tanta, siamo quasi attaccati all'oceano, decidiamo di rintanarci ognuno nella propia tenda.
Cazzo adesso sentivo dei rumori, apro la tenda, punto la luce e vedo 5 procioni sgranocchiando il nostro pane, non so come sono riusciti a sfilarlo da dentro l'armadietto di legno! Speriamo non si mangino anche le bici! È uscito John a mandarli via e ha messo la sua bici davanti all'armadietto dove ci sono le ante. Adesso sentivo ancora rumori, sono uscito fuori per mandarli via di nuovo e ho visto il mio zaino fuori e mi sono ricordato di aver dentro il cibo. Mi avvicino... porca vacca me lo hanno aperto dalla cerniera e si son pappati le mie barrette energetiche, maledetti! Sposto la bici di Jonh e metto lo zaino dentro il mobile in legno rimettendo la bici a protezione com'era prima. Prima lezione: non lasciare zaini che contengono cibo fuori quando si campeggia, quei bastardi hanno manine umane al posto di zampette.

14 Novembre da Sunset State Beach a Monterey: 57km

Questa mattina ci siamo svegliati con la sorpresa, tutte e due le bici erano per terra. Quegli animaletti malefici erano riusciti a farle cadere sporcando tutte le borse con le loro sudice zampette. Potrebbero sembrare anche carini guardandoli mentre mangiano, ma sono veramente dispettosi. Oltre questo, questa mattina c'era una nebbia fitta e faceva freddo, tutto era bagnato dall'umidità. Ieri notte sono entrato in tenda verso le 19 e alle 21 circa credo di essermi addormentato nonostante fossimo circondati da procioni. Mi sono svegliato mille volte per cambiare posizione, la schiena faceva male e non riuscivo a trovare una posizione buona per dormire comodo, solo con il sacco a pelo non fa.
Mi alzo definitivamente verso le 7:30, anche John praticamente alla stessa ora. Prepariamo la colazione con quel poco che era rimasto e sistemiamo tutta la roba per ripartire. Alle 9 riprendiamo il viaggio in mezzo alla nebbia, metto il gilet fosforescente e accendo la lucetta posteriore, non si sa mai che qualcuno non ci veda. Il percorso di oggi è tranquillo con pendenze accettabili, percorriamo circa 30 km e ci fermiamo a Castroville, il paese dei carciofi, per mangiare qualcosa. Il primo ristorantino entrando nel paese può andare, parcheggiamo le bici ed entriamo. Quasi in tutto il menù sono compresi  i carciofi, decidiamo di fare un'altra colazione prendendo omelette con patate al forno e pane tostato. Verso le 12:30 ci rimettiamo in viaggio e arriviamo a Monterey alle 14:00 percorrendo percorsi ciclabili vicino alla costa per quasi tutto il tempo. Decidiamo di dirigerci verso un ostello ma quando arriviamo è chiuso e nella porta c'è scritto che avrebbe riaperto dalle 16. Abbiamo due ore, decidiamo di cercare un bike shop, a John serviva un pezzo di ricambio mentre io dovevo gonfiare le gomme. Ne troviamo uno subito grazie all'aiuto di google maps, sistemate queste cose avevo bisogno di recuperare un negozio outdoor per un materassino gonfiabile. L'unico abbastanza vicino si trova a 15 km, decidiamo di andarci. Riesco a trovare quello che cercavo, adesso non dovrei avere problemi, almeno di comodità, nel dormire in tenda. Torniamo in ostello, facciamo il check-in, ci diamo una sistemata e andiamo a mangiare. Ci facciamo una pizza e qualche birra e nel mentre parliamo sul da farsi per domani. John forse rimarrà qua ancora per un giorno, io dovrò decidere.

Monterey è un bel posto, potrei rimanere e provare a fare surf ma deciderò domattina, adesso voglio ritornare in ostello e buttarmi sul materasso soffice e godermelo il più possibile.

12.11.2013 09:26

San Francisco-Pigeon Point Lighthouse

12 Novembre da San Francisco a Pigeon Point Lighthouse: 82km
Questa mattina mi sono alzato alle 6:00, volevo partire per le 7 ma tra fare colazione e preparare le ultime cose, sono partito alle 8. La giornata era un pochino nuvolosa ma la temperatura ottima. Carico tutti i bagagli sulla bici compresa la bandierina della Sardegna, imposto il gps su Santa Cruz e parto. La distanza da percorrere è di 130 km, sapevo che il percorso sarebbe stato montuoso ma non così tanto. Le salite iniziano già dentro la città, ma questo lo sapevo. Attraverso San Francisco verso ovest e mi affaccio sull''oceano percorrendo la Great Hwy. Costeggio l'immensa spiaggia e urlo contento nel vedere i surf cavalcare le onde, immaginandomi chissà dove, tra qualche giorno su una tavola, nel cercare di prendere qualche bella onda. Mi sono fermato un attimo per attaccare la videocamera nel caschetto e nel frattempo scambio due parole con un surfista appena uscito dall'acqua, mi dice che a Santa Cruz è bello fare surf, lì posso noleggiare una long board e provare. Già avevo provato lo scorso anno in Brasile e qualche onda ero riuscito a prenderla, sarebbe proprio bello riprovare.
Mi rimetto in viaggio e quasi da subito iniziano le salite e le discese più o meno ripide, mi fermo un pò di volte per recuperare le forze. Non so quanti kg nelle valigie ho accumulato in questo mese, ma credo TROPPI. Nonostante questi sforzi, vado avanti lentamente, godendomi il fantastico panorama. Queste zone non sono tanto diverse dalle coste Sarde, forse per questo ne rimango affascinato, sembra di respirare aria di casa, che ammetto mi manca. Mi fermo dopo 30 km in una località chiamata Pacifica, faccio pipì e approfitto per mangiare qualcosa. Quasi subito un altra salitona mi aspetta, la strada si allontana dalla costa e sale ripida su un monte ritrovandomi in mezzo a una foresta con curvoni. Arrivato su in cima la strada ha iniziato a livellarsi, passo un ponte e subito dopo un tunnel, lo attraverso e sbuco di nuovo sulla scogliera dove si infrangeva il mare. Lo spettacolo era meraviglioso ma non per le mie gambe, infatti quello che da li in poi mi attenderà non sarà di certo una passeggiata. Ho avuto un pò di tregua solo in un tratto abbastanza pianeggiante tra Moss Beach sino ad Half Moon Bay poi un susseguirsi di salite veramente dure e lunghe che non finivano mai, faceva caldo e in qualcuna di queste mi sono dovuto fermare più volte per recuperare non tanto il fiato ma le gambe che bruciavano. Faccio uso della bici abbastanza con frequenza ma solo da 6 mesi, probabilmente non ho abbastanza preparazione sulle gambe per affrontare salite di quel tipo con tutto quel carico, comunque sono soddisfatto.
Attraversato il punto più impegnativo arrivo nella Pescadero Marsh Natural Reserve verso le 13:30, da li la strada si fa più scorrevole ma ormai le gambe hanno bisogno di riposo, adesso dovrei trovare un buon posto dove accamparmi. Continuo per altri 10 km e sulla strada trovo un faro... c'è un cartello con scritto hostel, non mi sembra vero! Percorro la stradina e arrivo al faro, di fianco c'è la reception, c'è disponibilità e il costo è di 28$. Decido di rimanere, faccio una doccia, finisco di scrivere queste righe, mangio qualcosa e subito a letto. Domani sarà un altra bella giornatina.

11.11.2013 21:00

San Francisco

Mentre aspetto che la lavatrice finisca di lavarmi le cose, approfitto per scrivere di questa giornata.
Questa mattina mi sono svegliato verso le 8:00 e per prima cosa, come tutte le mattine entro su whatsapp per vedere se c'è il buongiorno di Vivi per iniziare ancora meglio la giornata. Oggi oltre al buongiorno, c'era anche il messaggio di Ele con la foto della patente, tanti auguri neopatentata!!!

Mi alzo quindi con buone notizie e di buon umore, grazie alle persone sempre vicine. Sono sceso per la colazione e verso le 11:00 sono uscito in bici per le vie di San Francisco. La prima cosa è stata quella di arrampicarmi su quelle salitone ripidissime per raggiungere la Lombard Street, tanta era la pendenza che quando forzavo e spingevo per salire la ruota di davanti si staccava dall'asfalto. Arrivato su in cima ho ripreso fiato e mi son buttato giù in discesa sulla famosa Russian Hill con ripidi tornanti che sono stati fatti per ridurre la pendenza del 51% della collina, ovviamente è da percorrere a bassa velocità sempre se i freni funzionano. Poi mi sono buttato giù in discesa lungo le successive vie sino ad arrivare all'Embarcadero, la strada che passa lungo il porto. Da li ho percorso tutto il tratto di strada lungo la baia sino ad arrivare al Golden Gate Bridge attraversandolo, nel frattempo mi fermavo a fotografare e filmare quello che succedeva tutto intorno. Da sopra il ponte una fantastica vista (quando non c'è nebbia), della baia con al centro la famosa Alcatraz e San Francisco.
Rientrando verso la città sono andato a fare un altro giro al Pier 39, dove mi sono fermato a prendere qualche ricordino e mangiare qualcosa. Sono rientrato in ostello verso le 17:00, ho scritto delle cartoline e sono uscito. Prima sono passato a fare la spesa per il viaggio di domani, frutta, pane e cibo in scatola nel caso dovessi accamparmi, successivamente ho imbucato le cartoline e sono andato a mangiare.
Adesso mi trovo in camera, con mezza borsa da preparare, finirò quando la roba che ho messo a lavare sarà pronta. Domani dovrò alzarmi verso le 6:00 e ho intenzione di mettermi in viaggio alle 7, adesso non ho tanta luce a disposizione e vorrei evitare di pedalare al buio. La tappa che vorrei percorrere domani sarà di circa 130 km con arrivo a Santa Cruz, speriamo che il tempo mi assista e che non ci sia vento contrario.

10.11.2013 23:00

San Francisco

San Francisco 10 Novembre
Ieri sono collassato subito dopo la cena. Ero uscito a mangiare una cosa e con la scusa ho fatto un giro a piedi. Partendo dal mio ostello che sta all'angolo di Geary St. e Taylor St nel quartiere chiamato Lower Nob Hill, zona centrale e tranquilla. Cammino per qualche isolato sino ad arrivare al Westfield San Francisco Center, un grande centro commerciale con negozi e ristoranti, io scelgo Panda Express, catena di cibo cinese. Finito di mangiare do uno sguardo veloce e rientro in ostello dove mi sdraio per riprendermi un pò e magari poi fare un giretto per qualche pub. Quando mi sveglio è già mezzanotte, troppo tardi per uscire, quindi rimango a letto a dormire alzandomi questa mattina alle 8:00.
Vado a fare colazione nel piano di sotto, preparandomi pane e nutella, toast con burro e marmellata, macedonia e spremuta d' arancia. Nel frattempo degli inglesi guardano la partita Manchester United contro Arsenal, guardo un pezzo di partita sino al gol di Van Persie, poi salgo su nella sala comune e chiamo Vivi, sapendo che oggi era ospite a casa dei miei, rimaniamo a parlare per qualche ore e finalmente riesco a vedere la mia bellissima e tenerona ”anche se fa la dura” Eleonora sorella mia piccina, che domani avrà l'esame pratico di scuola guida, incrociamo le dita e speriamo che l'esaminatore sia paziente. So già che come arriverà il suo turno, sedendosi al posto di guida, si gira verso l'esaminatore dicendo: “non mi faccia scantorare che già sono tesa io”. Un bacione e vedrai che tutto andrà bene :).
Si fanno le 12:00 ed esco dall'ostello. Ho quattro ore di tempo prima di ritornare a Emilyville per la bici , sono abbastanza preoccupato ma cerco di non pensarci e di rimandare tutto al momento X. Mi dirigo a piedi sino al molo, il Pier 39 dove c'è il movimento maggiore per via dei negozi, dell'acquario e dei leoni marini che rimangono sdraiati al sole sui pontili in acqua mezzo al porto. Dal Pier 39 si può godere anche della vista di Alcatraz, del Golden Gate Bridge e il Bay Bridge. Ci ritornerò poi con calma, oggi pensavo troppo nel risolvere il problema bike. Mi ricordo che quando c'ero stato due anni fa, li vicino c'era Johnny Rockets dove fanno degli hamburgers succulenti proprio come piacciono a me. Queste cose non mi sfuggono e non faccio fatica a trovarlo, mi siedo e ordino patatine fritte con un hamburger dal nome Route 66 con dentro formaggio svizzero, funghi grigliati, cipolle grigliate e maionese, quanto mi piacciono queste porcherie da man Vs food!
Si fanno le 14:30 e devo cercare dove prendere un mezzo per attraversare il ponte ed andare in stazione a Emeryville. Guardo su google maps ma le indicazioni non mi convincono, troppo tempo per arrivarci. Mi ricordo che il bus dell'Amtrak che avevo preso all'andata per San Francisco faceva una fermata al Ferry all'incirca mezz'ora a piedi a sud del Pier 39. Arrivo verso le 15:00 e noto che c'è anche la stazione Amtrak che ieri non avevo visto, questa stazione funge solo da collegamento via bus alle stazioni vicine, treni non ne passano. Entro e spiego che devo andare a Emeryville a recuperare la bici che per un errore non era stata caricata sul mio stesso treno. Mi fa pagare 5$ dicendomi che il bus parte alle 15:55. Faccio un giro e mi siedo in una panchina di fronte alla baia con vista ponte con gabbiani pericolosi tutti intorno con rischio bombardamento merda imminente!!! Mentre aspettavo e facevo attenzione alle traiettorie dei gabbiani, pensavo al problema iniziando a farmi viaggi mentali se la bici non ci fosse stata, su quello che avrei potuto dire, alla rottura di palle nel caso non fossero riusciti a rintracciarla, su tutta la perdita di tempo, sulla parte burocratica in caso di richiesta risarcimento, insomma un puttanaio dovuto anche al problema della barriera linguistica. Un'altra cosa che mi preoccupava era il fatto che quando il treno fosse arrivato e di conseguenza anche la mia bici, mi sarebbe dovuta arrivare la chiamata avvisandomi di andare a prenderla. Il treno sicuramente era arrivato da almeno mezz'ora e nessuno mi chiamava. Mentre mi dirigevo in bus verso la stazione, più mi avvicinavo più l'angoscia saliva. Era il momento del si o bo chissà che fine ha fatto! Mi avvicino allo sportello quasi con la paura di chiedere per la risposta negativa, mi faccio coraggio ed esordisco dicendo: Il California Zephyr è arrivato?” La tipa mi fa: “Si ed è anche già andato via” Io rispondo: “Non mi interessa del treno voglio solo sapere se ha lasciato la mia bici?” lei: “Ah si sei quello della bici... esci e vai a destra nella prima serranda e aspetta li”. Mi è sembrata una risposta abbastanza rassicurante, ci sarà?!! Esco dalla stazione, vado nel punto che mi era stato indicato e vedo una serranda aprirsi, nel frattempo pregavo... fa che ci sia.. FA CHE CI SIA!! Quasi evocandola a materializzarsi nel caso non ci fosse stata. C'è ancora buio e la serranda è ancora a metà ma già sulla destra il mio occhio ha notato qualcosa. È il mio cartone? Quello con la bici dentro? Siiiiiiiiii è lui... è la mia biciiiiiiii, come ho messo completamente a fuoco l'ho abbracciato quel cartone polveroso, ero troppo felice quasi da commuovermi, questa bici è parte di me, non so come spiegarlo ma senza mi sentivo incompleto, se l'avessi persa il mio viaggio sarebbe finito nello spirito. Spero che Vivi non sia gelosa di questo hahahahaha. Ho rimontato i pedali e il manubrio con una calma incredibile, lei è qua con me adesso pronta per affrontare la Pacific One e il Big Sur lungo l'Oceano Pacifico sino a raggiungere Los Angeles.

Adesso potrò godermi San Francisco e le sue strade ripidissime compresa la Lombard Street che domani percorrerò, questo tutto solo ed esclusivamente in sella alla mia Bicicletta.

10.11.2013 15:20

Chicago-San Francisco

Chicago 5, 6 e 7 Novembre.
I giorni a Chicago sono serviti per ricaricarmi e rilassarmi, dopo aver trascorso un mese in viaggio nel nord-est degli States.
Non ho fatto o visitato niente di eccezionale, anche per a causa della pioggia e vento freddo, mi sono limitato a fare qualche giretto qua e la in bici esplorando la zona periferica a nord-ovest di Chicago.
Ho visitato Rei, negozio outdoor, conosciuto nella mia precedente visita, dove passai per acquistare delle cose prima di iniziare le tappe in bici. Anche in questa circostanza ho comprato qualche accessorio per il viaggio che dovrò affrontare in California tipo; manopole per il manubrio molto più comode di quelle originali, batterie di scorta per le luci, lubrificante per catena, una chiave esagonale ( quella che avevo si è rotta), un altro zaino waterproof e una bombola di gas per cucinare.
Volevo comprare anche le borse da mettere frontalmente, mi avrebbe fatto comodo un po di spazio in più e distribuito meglio, adesso mi trovo con troppo peso dietro e poco davanti. Ma visto il prezzo mi farò andare bene quelle che ho. In quello zaino in più che ho comprato metterò il cibo per le notti che passerò accampato.
Ogni giorno specialmente negli ostelli c'è sempre qualcosa da imparare se vuoi mangiare e risparmiare. In questo ostello la colazione era inclusa ma la preparazione toccava agli ospiti. Con tutto l'occorrente a disposizione mi sono improvvisato un vero e proprio americano nella preparazione di pancake. Il primo giorno non sono usciti proprio belli da vedere e anche un pò bruciacchiati, ma la mattina successiva ne sfornavo tre insieme e nel frattempo preparavo il tè. Un grande divertimento anche nel vedere i ragazzi preparare la cena. Ci pigliavamo per il culo a vicenda, c'era chi comprava scatolette con bocconcini di carne, dicendo che in Europa le stesse venivano riciclate scrivendo nell'etichetta cibo per cani. Oppure come me che prendevo le cose da preparare con il microonde, ready in one minute. Ieri ho mangiato lasagne con purè di patate tutto pronto in 2 minuti e mezzo grazie al microonde, in più anche un insalatona, che ho dovuto mangiare senza condimento che l'olio e il sale per qualche strano motivo mancavano.
Sono andato a fare la spesa per il viaggio sullo zephyr, comprando frutta, pane, salame, cereali, cioccolato, acqua e cibo liofilizzato. Peccato che questa mattina ho dimenticato metà della roba in ostello... avevo un pò la testa altrove.

Ho preso tutta la mia roba e sono partito prima del previsto a palla verso la stazione, così per prendere aria fresca e scaricare un pò. Mi era stato proposto dai ragazzi dell'ostello se li aiutavo a fare un trasloco per 15$, viste le circostanze ho dovuto dire di no. Sono arrivato tre ore prima della partenza, avevo già il biglietto acquistato due giorni prima online. Non pensavo il prezzo dello Zephyr lievitasse così tanto da un giorno all'altro. Avevo guardato il giorno prima di partire da Washington, mi sarebbe venuto a costare 160$. Arrivato a Chicago decido di prenotarlo perchè avevo notato che lo stesso treno del giorno prima la mia partenza era schizzato a 205$. Entro sul sito dell'amtrak e grande sorpresa!!! Il mio adesso veniva 255$ porca ….!! Avevo già prenotato e pagato l'ostello sino al 7, penso magari di anticipare di un giorno e pagare 205$, faccio dei calcoli per vedere se ne sarebbe valsa la pena. Ok il risparmio è di 30$, considerando la perdita dell'ultima notte all'ostello. Avevo guardato anche le previsioni e il 6 sarebbe stato brutto quindi ancora meglio, sarei arrivato in California anche un giorno prima. Vado quindi a fare il biglietto on line ma quando metto il giorno di partenza 6 mi appare la schermata con scritto 255$ only one seat. Ok mettiamoci l'anima in pace, mi stanno monitorando il pc, è tutto calcolato maledetti American Spy!! Ok CIA Partirò il 7 e pagherò quella maledettissima cifra dannatamente alta e ingiusta per un viaggio infinitamente lungo.
Da aggiungere a quella cifra c'è ancora la bici 10$ e i 15$ del box che nelle grandi stazioni ho notato difficile da reperire usato. Mi avvicino allo sportello e faccio vedere il biglietto elettronico dall'Iphone informandoli che avevo anche la bici da caricare. Questa volta il procedimento è diverso, in ogni stazione i metodi cambiano. La signora mi fa cenno di seguirla e di portare la bici, prendiamo l'ascensore che ci porta nel piano inferiore, allo smistamento bagagli, indicandomi uno sportello dove chiedere. Mi avvicino e spiego che ho la bici da mettere dentro il box, faccio vedere il biglietto portandomene uno. Solito procedimento, rimuovere pedali, manubrio e infilare nel cartone. Ormai sono esperto, questo è il quarto e ultimo treno che prendo, il rimanente viaggio solo in bici.
La bici è nel cartone, mi fa scrivere il mio nome, la mail e il numero di telefono poi mi chiede la destinazione e rispondo: “Emeryville“, va a cercare la targhetta da attaccare nel box e ritorna. Il procedimento è strano e diverso del solito! Preoccupato di quella leggerezza considerando le successive volte, faccio notare che di solito mi davano tanti foglietti e cartellini attaccandoli al box e le ricevute le davano a me. Mi rassicura dicendo che sarebbe bastata quella e la ricevuta del pagamento bici con il mio nome. Speriamo che al mio arrivo a Emeryville ci sia anche la bici!
Emeryville è l'ultima fermata del California Zephyr che dista pochi km da San Francisco.
Ho più di un ora di tempo da passare in stazione e spostarmi con tutta quella zavorra, peggio di un soldato in guerra... non è proprio comodo. Noto delle persone con dei carrelli, guardo in giro e li trovo nella zona ritiro bagagli, mi avvicino per prenderne uno ma c'è da pagare... quanto? 5$ per un cazzo di carrello, per quel prezzo come minimo diventa mio, decido di continuare a portare le borse come ho sempre fatto. Prima di salire a bordo mangio qualcosa, ho preso una bella coscia di pollo al forno con patate nel ristorantino dentro la stazione, veramente ottima.
Ormai sono le 13.40, è ora di andare sul California Zephyr.

 

California Zephyr 7,8 e 9 Novembre con arrivo a San Francisco.

Eccomi qua! Nel mitico treno che attraversa gli Stati Uniti, da Chicago sino a San Francisco con una distanza totale di quasi 4.000 km, passando per l'Illinois, Iowa, Nebraska, Colorado, Utah, Nevada e California. La sua rotta comprende spettacolari paesaggi come il fiume Colorado, le montagne rocciose e la Sierra Nevada.
Sono partito il 7 alle 14.00 quindi si è potuto vedere poco del paesaggio, dopo qualche ora è tramontato il sole. Il pomeriggio è passato abbastanza velocemente ammazzando il tempo leggendo, scrivendo, giochicchiando a Worms sul Iphone e chiacchierando qua e la. Ho incontrato anche un ragazzo francese che stava nel mio stesso ostello a Chicago. Per la cena dato che ho scordato il pane e l'affettato con l'insalata in ostello, ho dovuto mangiare un sandwich sul treno, la frutta per fortuna non me l'ero scordata. Mi sono addormentato verso le 22 con un pochino di mal di testa. Dormire in poltrona non è tanto comodo, comunque più comodo dell'aereo . Le poltrone sono abbastanza reclinabili e si può allungare la parte sotto per distendere le gambe. La corrente non manca, ci sono due prese elettriche su ogni coppia di sedili, peccato che queste prese a parete mi fanno innervosire per il sistema con cui son fatte, il maschio da attaccare ha due alette e ogni qualvolta attacco il caricabatteria del Mac scivola via e cade in terra. Quindi devo ricorrere a ingegnosi sistemi per sorreggerlo, cercando spessori da mettere sotto oppure come in questo caso, fissandolo nel tavolinetto di fianco alla presa con lo stesso cavo facendoli fare giri con accrocchi vari in modo da non farlo scivolare, la soluzione si trova sempre.
Durante la notte mi sono svegliato troppe volte per cambiare posizione a causa dei dolori al collo e alla schiena e per il freddo. Stavo utilizzando il sacco a pelo chiuso come cuscino ma quando mi sono svegliato tremando l'ho dovuto aprire e infilarmici dentro.
Mi sono svegliato definitivamente alle 7:00 del mattino con dolori vari ma comunque abbastanza riposato. Ho fatto colazione con barrette di cereali e frutta, poi mi sono goduto il fantastico e meraviglioso paesaggio che aveva da offrire lo stato del Colorado, scattando foto e filmando quello che mi circondava. Nel vagone panoramico si gode di una bella vista grazie alle vetrate grandi. Il paesaggio era quello tipico montuoso con pini, laghi, fiumi e tanta neve sulle vette più alte. Il treno si faceva strada lungo le montagne rocciose passandoci in mezzo, attraversandole entrando e uscendo dai tunnel, raggirandole curvando facendo vedere il vagone di testa. Grande emozione vedere il fiume Colorado che scorre fianco alla ferrovia e il treno farsi strada come il fiume con le sue armoniose curve e circondati dai monti di colore rosso tutti intorno, una sensazione di meravigliosa purezza.
Arriva la sera e anche l'ora di mangiare, mi avvicino al bar ma è chiuso, volevo chiedere se potevano darmi acqua calda da mettere nel contenitore di cibo cinese. Non ho voglia di aspettare e approfitto della poca gente nel vagone belvedere per bollire l'acqua con il mio fornellino da campeggio. Per fortuna il controllore arriva quando l'acqua stava già bollendo dicendomi di spegnere subito il fuoco che in treno è proibito cucinare, mi scuso facendo il finto tonto dicendogli che non sapevo non si potesse fare, che quella sarebbe stata l'ultima volta. Ci guardiamo con il francese che stava seduto tre poltrone più avanti a me e scoppiamo a ridere. Mi faccio la mia bella pappata fuorilegge dal sapore ancora più buono, poi torno al mio posto per il dessert, merendine comprate a Chicago, infine la frutta.
Preparo il mio bel lettino per la notte.. ma quale lettino, magari!! Giusto il cuscino poggiato di lato sulla poltrona e le gambe distese lungo il tavolinetto. Avrei preferito dormire in terra dentro il sacco a pelo, almeno sarei stato sdraiato.
Questa è la mattina del 9 novembre ancora sullo Zephyr, mi sono svegliato poco prima di entrare in California. Adesso sono a 9 ore di fuso dall'Italia, ne ho cambiato quattro di sei “disponibili” mi mancano l'Alaska e le Hawaii, questo significa che ho attraversato gli Stati Uniti dalla costa Est a quella Ovest. A fine viaggio farò il conteggio totale dei km fatti in treno e in bici.
In questo momento mi trovo nel vagone panoramico, c'è un bel sole, la zona che stiamo attraversando è la zona montagnosa del nord-est con il tipico scenario alberato di pini e laghi con qualche spruzzata di neve. Di fronte a me nella valle corre l'autostrada, il treno passa in alto quindi godiamo di una vista in prima linea.
Sono le 12:00 ho fame e vado nel vagone bar a prendere qualcosa, scelgo Italian Sandwich con classic chips e una pepsi. Torno nel mio posto e a stomaco pieno mi appisolo svegliandomi alle 14:00, ormai manca poco più di un ora all'arrivo.
Sono a Emeryville ore 15:30 e non mi resta altro che andare a prendere la bici, caricare i bagagli e dirigermi a San Francisco. Entro in stazione e chiedo alla signora del banco dove devo ritirare la bici facendogli vedere la ricevuta, mi indica un addetto hai bagagli che sta fuori, di chiedere a lui. Mi avvicino e già ho una brutta sensazione, non so perchè!! Mi dice che bici sul treno non ce n'erano e la roba che aveva scaricato stava tutta li sul suo carrello. Porca troia mi sale il panico misto a nervoso tanto che non riuscivo neanche a farmi capire. Ritorno dalla signora al banco e le spiego che la bici sul treno non c'era, di trovare una soluzione magari chiamando Chicago. Lei mi risponde che probabilmente era stata caricata sul treno successivo per San Francisco, sicuramente avevo fatto il check-in tardi e gli addetti non avevano fatto in tempo a caricarla. Questo è impossibile!! Il check-in bagaglio l'avevo fatto più di due ore prima della partenza. Si decide a chiamare Chicago e le dicono di ricontattarli tra venti minuti che verificavano. Passa il tempo e richiama, prima parla lei e poi mi passa il telefono, il signore dall'altro capo del telefono si scusa e mi dice che c'è stato un errore da parte loro e non hanno fatto in tempo a caricarla sul mio treno e che era stata caricata il giorno dopo. Mi rassicura che domani al 100% la bici sarà a San Francisco per le 16:00. Non posso far altro che sperare che sia così, altrimenti il mio restante viaggio sarà compromesso.
Come un cammello carico e incazzato prendo il bus per San Francisco, il tragitto è corto c'è solo da attraversare la baia prendendo il ponte San Francisco - Oakland Bay Bridge. Il bus mi lascia di fronte al Pier 32 dove parte il traghetto per visitare Alcatraz. Da li metto l'indirizzo dell'ostello su google maps, mi indica una fermata che dista 5 minuti a piedi. Il bus da prendere è l'8x che in 25 min mi porta vicino all'Adelaide Hostel. Faccio il check-in e visito l'ostello sino ad arrivare nella mia stanza. Si trova in una zona centrale e tranquilla, è pulito e ben organizzato, nella stanza ogni letto ha anche la tendina per avere più privacy. Ho conosciuto un ragazzo qua in camera, un giramondo che nel 2008 ha girato in bici per la durata di un anno la zona Asiatica. Mi ha invitato per il Pub Crawl, dove tutti insieme con i ragazzi dell'ostello si va a bere da un pub all'altro. Non sono in forma, se riuscirò a riprendermi magari mi aggrego. Adesso mi butto sotto la doccia che ne ho un certo bisogno, il viaggio in treno di due giorni e mezzo si è fatto sentire, poi andrò a mangiare.
 

04.11.2013 11:35

Chicago

Chicago ore 21:00 dall'ostello HISP situato nella zona nord ovest.

Sono tornato finalmente nella mia amata Chicago. Adoro questa città, mi accoglie sempre a braccia aperte e riesce a farmi sorridere, c'è positività!
Ci sono arrivato con il treno delle 16:05 del 3 novembre proveniente dalla stazione centrale di Washington.
La mattina del 3 mi sono alzato un' ora più tardi per il cambio dell''ora solare, avvenuta una settimane dopo che in Italia.
Ho tolto le lenzuola dal mio letto e le ho messe nel cestino da lavare, qua si fa così. Poi ho preparato le mie valigie, facendoci stare tutto a incastro come al solito. Zaino in spalla e borse a tracolla sono sceso di sotto alla reception cercando di non fare le scale rotolando, considerando lo spazio stretto e il peso eccessivo.
Ho fatto il check out, per fortuna concedono di lasciare i bagagli sino all'ora della partenza, dovevo essere in stazione 2 ore prima per preparare la bici, avevo a disposizione ancora 3 ore. Sfrutto il tempo rimasto finendo di visitare il Museum Air and Space, quello non mi stanca mai!
Bella la parte sugli aerei militari della seconda guerra mondiale, il britannico Spitfire, l'americano Mustang P-51, l'italiano Macchi C 202 Folgore , il tedesco Messerschmitt Bf 109 e il giapponese Mitsubishi a6m5 zero che fu utilizzato nell'attacco a Pearl Harbor anche come kamikaze.
Nell'area principale dedicata agli aerei anche la testa di un Boeing 747 dove è possibile visitare il cockpit.
Uscito entusiasta per quell'ultima visita, passo a prendere le valigie all'ostello, saluto e mi dirigo in stazione a soli 10 minuti in bici.
Per fare il biglietto c'è voluto un attimo, ma per il check-in bagaglio mezz'ora. Non capisco perchè ci è voluto così tanto! Questa era la terza volta che prendevo il treno con bici al seguito e non avevo mai atteso così tanto. Fatto sta che sono andato a infilare la bici nel box, non con un documento ma con una valigetta ventiquattrore dalle scartoffie che avevo.
Riesco a completare quest'impresa burocratica, fare giusto in tempo a prendere da mangiare che già erano quasi le 16, ora di salire sul treno.
Sul treno passo qualche ora al computer ma per metterlo a caricare mi sposto dal posto che mi hanno assegnato, anche perchè avevo un ciccio che mi occupava metà della mia poltrona da quanto era enorme. Diciamo che è stato anche un pretesto per trovare due poltrone libere per dormire la notte.
Verso le 21:30 decido di riposarmi un pò, mi sveglio dopo un' oretta per via della posizione scomoda, ero li che mi giravo e rigiravo non trovando la posizione giusta. Il paragone che mi è stato fatto da qualcuno questo pomeriggio... come un cane indeciso che cerca il posto per fare la cacca!!! ( amore vedi tu se omettere questa parte hahahahahah).
Comunque non la trovo e provo a trasferirmi nella carrozza bar successiva alla mia. Avevo la possibilità di sdraiarmi su tre poltrone in fila, peccato che l'aria condizionata era a palla.
Riesco comunque a dormire ma verso le 3:00 mi sveglio per il freddo. Vado a prendere il sacco a pelo ma questa volta mi sdraio per terra di fianco alle poltrone della stessa sala. Nooooooooo peggio!!! Se fossi rimasto a dormire la probabilmente mi sarei addormentato, per sempre, a causa dell'esalazioni tossiche che fuoriuscivano dalle bocchette d'aria a filo pavimento. Non avendo alternativa ritorno a dormire in poltrona, ero stanco quindi finalmente prendo sonno anche profondamente, ma con incubi. Ho sognato di perdere i denti, una sensazione bruttissima e troppo reale.
Potrei dire che questo viaggio in treno è stato parecchio movimentato, però non l'ho sentito pesante nonostante sia durato 18 ore.
Sono le 9:00 del mattino del 4 novembre e mi trovo a Chicago, nella sala attesa bagagli. Mi fanno attendere mezzora per la bici. Finalmente arriva sana e salva, fiuuuuuuuuu!
Carico tutto sulla bici e prima di uscire dalla stazione centrale faccio colazione, un omelette e pancetta con contorno di patate al forno, una fetta biscottata con burro e marmellata e un caffè americano.
A Chicago il tempo non è bellissimo, non piove ma è nuvoloso con vento freddo. Mi imbacucco bene e con la pancia piena e molta calma percorro 6 km per arrivare all'ostello.
Si trova di preciso sulla 1616 N. Damen ave., non molto distante da downtown.
Questo è un quartiere molto interessante e animato, con locali carini e alternativi.
In ostello la mia bici viene accolta bene, di conseguenza anche io. Quasi quasi capita spesso di proteggere più lei che me.
Mi viene dato il letto, quello in basso del letto a castello in una camerata maschile da sei.
Dopo una bella doccia calda, rientro in camera e mi connetto su skype, prima con Vivi e poi con Sorella Patrizia. Ti voglio bene Sorellì :). Dico questo perchè il padre di Vivi so che legge il Blog, questo mi fa molto piacere e ringrazio per l'interessamento. Ma so anche che fa battute spiritose con Vivi riguardo le donne che dormono con me nelle camerate miste!! Quindi questa volta ho precisato ”Sorella”;).
Esco dall'ostello alle 16:30, dovevo ancora pranzare, faccio un bel giretto nel quartiere e mi fermo da Subway per un bel paninozzo.
Rientrando faccio un pò di spesa nel market vicino, prendendomi forzatamente un sacchetto enorme di clementine, ne volevo giusto qualcuna ma qui in America le cose piccolo non esistono. Tutto deve essere più grande degli altri paesi, volevo prendere un bagno schiuma e il più piccolo che ho trovato ne conteneva un litro. Lo stesso per le patatine, sacchi enormi. Ci credo che costruiscono i grattaceli!!!
In questo momento sono le 22:30, sono riuscito nel frattempo che scrivevo anche a lavarmi la roba, adesso pappa e nanna.
 

02.11.2013 00:00

Washington

Washington UNO e DUE Novembre, questa volta non scrivo l'ora per via delle varie interruzioni mentre scrivevo, inclusa la cena e chiacchierata con Mr Finlandese.

Confesso che non vedo l'ora di riprendere a viaggiare in bici, ho bisogno di vivere l'avventura. Vedere il paesaggio scorrere e cambiare... di questo ho bisogno.
I musei sono interessanti, ma uno dopo l'altro per così tanti giorni, mi stanno facendo passare lo stimolo.
Il primo giorno di novembre l'ho dedicato nel visitare l'archivio nazionale, dove al suo interno sono conservati documenti d'importanza assoluta come la Dichiarazione d'Indipendenza, la Costituzione e la Dichiarazione dei Diritti. Queste si trovano nella sala denominata Rotunda.
La Dichiarazione d'Indipendenza è stata siglata il 4 luglio 1776 al congresso di Philadelphia, dove tredici colonie britanniche della costa atlantica nordamericana dichiarano la loro indipendenza dalla madrepatria.
Viene custodita in una teca protetta da vetro a prova di bomba, ormai è quasi illeggibile.
Dopo aver dato uno sguardo a questi interessanti e famosi documenti, mi sono recato al Museum Air and Space.
Sono rimasto a bocca aperta quando ho visto aerei, astronavi, sonde spaziali, telescopi spaziali e molto altro. Sembravo un bambino, rimbalzavo da una parte all'altra del museo, c'erano tante di quelle cose interessanti che dall'emozione di vederle non riuscivo a soffermarmi su nessuna.
Questo museo ha la più alta raccolta di aerei e astronavi al mondo, potete immaginare com'ero nel vedere il primo modulo americano ad orbitare intorno alla terra nel 1962 da John Glenn, un anno dopo del russo Jurij Gagarin. Per non parlare del modulo di comando della famosa missione Apollo 11, dove forse sono andati sulla luna!!;) Comunque ho toccato la Luna! Nella sala d'ingresso principale si può toccare una porzione di roccia lunare. Ho visitato attentamente la parte sull'esplorazione spaziale, prima di lasciare Washington vorrei tornare per concludere il giro.
Uscito dal museo non stavo tanto bene, nausea e tachicardia dovuta forse al sandwich mangiato a pranzo oppure allo stress accumulato. Rientrando in ostello mi sono fermato nel supermarket vicino, ho preso qualcosa da cucinarmi a cena e della frutta. Devo iniziare a mangiare meglio, compresa anche frutta e verdura.
Oggi ho deciso esclusivamente di stare in giro in bicicletta tutto il giorno, senza visitare musei o chiudermi da qualche parte, solo all'aria aperta. Devo dire che è stata una scelta giusta, mi ha rinvigorito abbastanza.
Ho risalito il fiume a nord percorrendo prima la classica pista ciclabile, dove ad un certo punto si addentrava in mezzo a un bosco, in mezzo ad alberi con colori tipicamente autunnali e un mantello di foglie a ricoprire la strada.
Finito quel percorso, mi sono trovato di nuovo in città, nella zona nord di Washington. Una bella zona residenziale, con villette molto eleganti. Continuo a percorrere un tratto di strada in città, sino a ricollegarmi di nuovo allo stesso sentiero di prima, ripercorrendolo ma nel senso opposto.
Ritorno verso il centro di fianco al memoriale di Lincoln, attraverso il ponte e mi dirigo verso Alexandria. Questa è una città della Virginia e dista 10 km da Washington, capitale federale.
Arrivo facendo tutto il percorso ciclabile, ritorno indietro e mi fermo un oretta sulla riva del fiume, davanti all'aeroporto.
Inizia a piovere e sono costretto a rientrare verso l'ostello, mi fermo un attimo a comprare qualcosa da mangiare.
Sono circa le 18:00 quando arrivo nella sala comune, trovo un compagno di camerata che anche lui domani lascia Washington. Gli attenderanno 11 ore di bus per andare a Nashville, in Tennessee; a me invece mi attenderanno 19 ore di treno per ritornare a Chicago dove resterò 3 giorni per poi prendere il California Zephyr che mi porterà a San Francisco.
Questo ragazzo che sta in Olanda, ma con evidenti tratti di origine asiatica, viaggia da solo e dovrà stare negli States per 2 mesi. Mi racconta che ha preso un bus da Los Angels per Miami, ci ha impiegato più di quattro giorni ad arrivare, costa Pacifica e costa Atlantica by bus, fantastico!!
Bene... adesso vado a dormire, buonanotte o buongiorno.


31.10.2013 19:00

Washington

Ore 19:00 giorno di halloween... in ostello prima di uscire a fare un giro.

Ho dormito meravigliosamente stanotte, mi sono alzato alle 8:30 e sono sceso a fare colazione.
Zaino in spalla ed esplorazione in bici di Washington.
E' molto semplice girare qua, tanti musei e le principali attrazioni si trovano in un area di 3,5 km.

La zona si chiama The Mall, che racchiude partendo da est il Campidoglio, il Washington Monument (obelisco di marmo eretto per commemorare George Washington padre fondatore e primo Presidente degli Stati Uniti d'America), il World War II Memorial (Memoriale Nazionale della seconda guerra mondiale), il Lincoln Memorial (monumento costruito appunto in onore di Abraham Lincoln) e la Smithsonian Institution (istituto di istruzione e ricerca con annesso un importante museo, amministrato e finanziato dal governo USA).Un insieme di musei interessanti e gratuiti.

A sud del Lincoln Memorial si trova il Korean War Veterans Memorial (memoriale dei reduci della Guerra di Corea), mentre a nord, il Vietnam Veterans Memorial (memoriale dei reduci della Guerra in Vietnam).

Sempre nella parte nord di fianco all'Obelisco c'è la casetta del presidente... la "White House". Si vede da troppo lontano, c'é una via che passa vicino alla residenza ma é bloccata dalle guardie. Si può guardare dal prato di fronte, ma c'é la recinzione che delimita il prato di centinaia di metri.

Il Washington Monument, l'obelisco per intenderci, è in fase di ristrutturazione, causa terremoto magnitudo 5.8 Richter di fine agosto 2011.
Alto 170 metri, è una delle strutture in muratura più alte del mondo. Per costruirlo ci sono voluti 30 anni, causa mancanza di fondi durante la guerra civile americana, questo spiega le diverse tonalità di marmo della facciata.
Un altro importantissimo monumento è il Lincoln Memorial, da qui sono partite le più importanti manifestazioni legate ai diritti civili e ai movimenti di protesta. Il discorso di Martin Luther King è stato pronunciato proprio qua il 28 agosto 1963, di fronte a 200.000 persone.
Mentre visitavo questi luoghi ho appreso queste informazioni da un libro comprato a Roma prima di partire, questo mi ha permesso di godere meglio il posto e capirne veramente l'importanza.
Mi ha impressionato tanto il monumento eretto per commemorare i caduti nella guerra in Korea.
Sono rappresentati dei soldati americani color argento che avanzano in territorio nemico, sotto la pioggia. Se si guardano frontalmente, vengono riflessi lungo un muro di basalto con le fotografie di persone che pensano loro, ma con una tonalità diversa, vicina al bianco, come le stampe raffigurate. Tutto l'insieme riesce ad evocare ricordo e pensiero.
Molto emozionante quello dedicato ai caduti in Vietnam. Questo monumento ha la forma di una grande V di granito conficcata nel terreno, simboleggia una cicatrice. Ci sono incisi tutti i nomi delle oltre 58.000 vittime americane della guerra del vietnam. La massa di nomi suscita un senso di profonda tristezza.
Questa guerra ha lasciato agli americani un enorme ferita aperta, morirono in tanti con un età media di 23 anni. La maggior parte di quelli che tornarono in patria si suicidarono o non superarono mai il trauma e negli anni ottanta i veterani di questa guerra costituivano il 25% dei senza tetto.
Ho visitato anche l' Arlington National Cemetery, si estende per più di 240 ettari e riposano 175.000 soldati americani. Ho percorso solo una piccola parte di cimitero per andare a visitare la tomba di John Fitzgerald Kennedy, assassinato nel 1963, e di sua moglie Jacqueline morta nel 1994.
Dopo questo sono rientrato verso l'ostello, riposandomi un poò e scrivendo queste righe.
Adesso esco a fare un giro e a vivere un pò l'atmosfera di Halloween per le vie di Washington...
 

30.10.2013 21:30

Washington

Ore 21.30 dall' Hostel Downtown...

E' arrivato il momento di salutare New York e proseguire il mio cammino verso Washington DC.
Potevo decidere di rimanere di più, magari sino alla maratona che si disputerà domenica, ma ne avevo abbastanza ed era arrivato il momento di cambiare posto.
Per lo spostamento sino a Washington c'erano tre possibilità: bicicletta, treno o bus.
I km da percorrere sarebbero stati 420, ci avrei impiegato forse 3 giorni in bici. Ho preferito, invece, prendere il bus per l'economicità, solo 21$. Poi preferisco lasciare riposare il ginocchio, non ancora perfettamente guarito. Vorrei mettermi in sesto per percorrere completamente in bici da San Francisco sino a Los Angeles.
Grazie ancora a Viviana per le sue ricerche, riesce sempre a trovare le soluzioni per i miei spostamenti.
Infatti il treno questa volta era disponibile solo alle 3 del mattino oltretutto con un costo alto, quindi Vivi ha trovato come alternativa questo bus, diretto sino a Washington, economico e con possibilità di trasportare la bici.

Sveglia alle 7:00 questa mattina, volevo fare le cose con calma. L'autobus sarebbe partito alle 11:00 da vicino la stazione Penn station, per arrivare ci avrei impiegato poco più di 30 minuti con tutto quel carico della bici.
Faccio colazione con torta al cioccolato e caffè americano, prendo anche un danese che tengo da parte in caso mi venisse fame sul bus.

Allestisco la bici e percorro per l'ultima volta queste strade di Manhattan.
Arrivo alla fermata molto in anticipo, quasi un' ora prima; meglio in anticipo che rischiare di perderlo!!!
L'autobus arriva alle 10:45, carico le valigie, la bicicletta e salgo a bordo, puntuale alle 11.00 partiamo.
Il tragitto l'ho trascorso per la maggior parte del tempo dormendo, mi sono svegliato per la fame alle 13:30, quel danese è tornato utile.
Arriviamo in anticipo alla stazione centrale di Washington, preparo la bici per il tragitto. Metto l'indirizzo su google maps e incredibilmente mi trovo a soli 5 minuti dall'ostello, in una zona molto ordinata e centrale.
Trovo personale molto accogliente e gentile, per la prima volta vengo accompagnato, dal recepsionist, per un tour della struttura, che termina nella mia camera.
L'ostello è su tre piani, all'ingresso bisogna togliersi le scarpe e lasciarle giù. La camera mista da 12 letti si trova al terzo piano ed il mio letto è posizionato al centro della stanza, al piano di sotto del letto castello. Tutto è in ottimo stato con il bagno pulito. Il prezzo? Solo 80$ per tre notti, compresa colazione.
Esco la sera a fare un giro e mangiare qualcosa, già da subito sento che con questa città ci sarà feeling.

29.10.2013 23:00

New York

Oggi... ultimo giorno utile qui a New York.

Ho deciso di dedicare qualche ora al Moma, museo di arte contemporanea, visitare la stazione centrale e fare una passeggiata sulla 5a Avenue, per poi fermarmi a Times square, dove per puro caso trovo molta più gente del solito. 

Avevano allestito vari stands di sponsor per gli atleti USA che parteciperanno alle prossime olimpiadi invernali a Sochi, in Russia. Oltre a questo, varie esibizioni che comprendevano partitelle sul ghiaccio con atleti disabili, danze sui pattini, freestyle con snowboard e anche concerti.

Tutto questo l'ho visto live insieme a Vivi, grazie a FaceTime e alla connessione free offerta gentilmente da Times Square. Incredibile cosa si può fare adesso con la tecnologia, fantastico!!!
Mentre Vivi cercava su internet il programma dello spettacolo che stavamo vedendo, è riuscita anche a vedermi in diretta dal sito "Times Square Cam", grazie ad una webcam posizionata sulla piazza di Times Square, mentre ballavo da solo e sventolavo una bandierina con su scritto TEAM USA.
Devo ammettere che New York non mi ha accolto proprio a braccia aperte, però sono soddisfatto di questi giorni. Sono riuscito a visitare il più possibile, a girarla in bici in lungo e in largo, non credo l' abbiano fatto in tanti una vacanza a New York di questo tipo. Era quello che cercavo e che volevo, la diversità rispetto alla massa. Mi ha offerto prospettive diverse dal solito, non avendo amici con me ho vissuto la città così com'è nella sua purezza, trasmettendomi la sua frenesia, i suoi tempi ma a volte anche la sua calma e la sua povertà, New York non è solo Manhattan.

28.10.2013 22:30

New York

Ore 22.30 dal lobby dell'ostello...

Ieri non ho potuto scrivere niente perchè ero troppo nervoso. Sono rientrato tardi dopo una giornata passata a visitare Liberty Island ed Ellis Island.

Rientro per un attimo, mi rilasso un pochino nel lobby per poi uscire per andare a cena.
Dopo aver mangiato al Messicano qui vicino, oltretutto non proprio bene, rientro in ostello. Salgo nella mia camera al terzo piano e vedo attaccato alla porta un foglio; oltre a me era rivolto anche a tutti quelli che stavano nella stanza, diceva di presentarsi giù alla reception. Riscendo e chiedo spiegazioni, la ragazza mi informa che a causa di un grosso gruppo di studenti provenienti dall'estero, avevano spostato tutti, compreso me, sistemandomi nella stanza 112 che si trova al primo piano. Mi incazzo spiegando che si sarebbero dovuti organizzare prima e meglio, io avevo tanti bagagli e adesso avrei dovuto perderci un' ora a sistemarli e trasferirmi nell'altra stanza. Si scusa e mi risponde che non ci sono alternative. Firmo quell'altro dannatissimo foglio per l'altra stanza e me ne vado imprecando.
Mentre sistemavo le valige il nervoso si accentuava pensando a ciò appena accaduto, e al tempo perso. Finisco di preparare tutto, prendo a colpi qua e la qualche armadietto e lancio un pò di lenzuola per la camera... un pò di nervoso lo avevo scaricato.
Percorro il corridoio, scendo le scale e arrivo nella nuova stanza. Già tutti dormivano, la luce era spenta ma l'accendo nonostante pareri contrari. Butto la roba in un angolo del mio letto e vado velocemente a fare una doccia. Ritorno in camera, questa volta decido di non essere troppo maleducato e uso il telefono per farmi luce.

Ancora dovevo fare il letto, a luce spenta non viene poi tanto bene, comunque è stato fatto. Mi butto al letto e prendo sonno, credo stessi anche sognando, quando all'improvviso vengo svegliato da qualcuno. Era una ragazza che come me era stata spostata di stanza, purtroppo lei non aveva colpa, comunque mi aveva svegliato e per riaddormentarmi ho impiegato parecchio tempo.

Torniamo alla giornata trascorsa prima di questa disavventura. Mi sono svegliato alle 9:30, con calma ho fatto colazione e nel frattempo decidevo sul da farsi.
Musei per un pò non volevo vederne, quindi decido di andare a visitare la statua della Libertà e Ellis Island, riaperta domenica scorsa dopo essere stata ristrutturata a causa dell'uragano Sandy che l'ha colpita l'autunno scorso.
Arrivo al porto, imbarco alle 11:00 dopo 45 minuti di pedalata lungo il fiume Hudson. Il traghetto si prende da Battery Park, dove trovo una coda lunghissima.
Tra code e controlli come negli aeroporti tocco l'isola di Liberty alle 13:00. Faccio parecchie foto, anche con l'amico mio Panda, che colloco un pò dappertutto. Mi sono divertito a farmi fotografare e cercare di autofotografarmi posizionando il telefono in terra con la borsa a mò di cavalletto.
La statua la immaginavo proprio così, non sono rimasto deluso ma neppure meravigliato. Era come se l'avessi già vista dal vivo talmente tante volte la fanno vedere in tv o nei film.
Dopo aver mangiato e aver fatto la fila per mettere il mio nome nel terminale dei visitatori, mi dirigo verso la banchina per prendere l'altro battello per Ellis Island. Anche li la solita "trafila della fila", come all'andata!!
Arrivo nell'altra isola, dove un tempo tutti gli immigrati passavano da li per i controlli vari, prima di essere dichiarati idonei per rimanere su suolo americano, oppure rispediti indietro. Comunque risulta essere stato solo il 2% quelli ritenuti non idonei, più di dodici milioni sono passati per Ellis Island.
Molte zone dell'edificio dell'immigrazione adesso divenuto museo, erano chiuse. Quindi decido di guardare un documentario ma evidentemente troppo noioso, mi addormento per quasi tutta la sua durata.
Alla fine faccio un giro rapido al suo interno per poi ritornare a Manhattan.
Recupero la bici e rientro in ostello, come finisce la giornata lo sapete già...
 

27.10.2013 21:00

New York

Ore 21:00 dal nuovo ostello, ancora senza aver cenato...

Questa mattina finalmente è arrivata l'ora di abbandonare questo puzzolente hotel e trasferirsi nel nuovo ostello, al centro di Manhattan.
Mi sveglio alle 8:30, già con il panico di sistemare a dovere tutti i miei bagagli. Viaggiare in bici significa fare e disfare le "valigie" ogni volta... conseguenza delle soste brevi!
Diventa ancora tutto più complicato quando, come quest' ultima volta, il mio alloggio era di 2 mq, compresa la mia bici al suo interno. Avevo tutto accumulato in un angoletto.
Dopo essermi lavato, torno in camera e mi metto a lavoro.
Prima cosa metto la bici nel corridoio principale, ripongo il sacco a pelo nella sua sacca e piego tutti i vestiti catalogandoli sul letto tra roba da lavare, regali, abbigliamento e accessori per la bici. Prendo le borse e ripongo tutto al loro interno, compresa la roba che si è aggiunta, miracolosamente facendocela stare.
Sono due borse laterali posteriori con capacità di 20 litri ciascuna, una borsa frontale da 7 lt e uno zaino abbastanza grande.
In una borsa laterale ho messo abbigliamento tecnico, antipioggia, scarpe da bici e accessori per cucinare.
Nell'altra borsa tutto il resto dell'abbigliamento con qualche altra cosetta. In quella più piccola frontale ci sono accessori per smontare la bici, ricarica batteria, accumulatore di corrente, coltellino svizzero, accessori per la action cam, cuffie, fischietto, luce e occhiali da sole. Nello zaino, notebook con caricatore, Ipad, sapone per il bagno, due libri, qualche foglio e i lucchetti per la sicurezza della bici.
Altre cose che ho con me sono: un sacco a pelo e la tenda da un posto.
Il problema è il trasporto di tutte queste cose senza la bici, tipo quando devo prendere un treno o devo fare qualche spostamento. Ma l'ho risolto in questo modo: allora... le borse laterali si agganciano sul lato della bici con un sistema di chiusura circolare, e,  per far si che rimangano unite ho preso un tubo di rame,18 cm di diametro e lungo 40 cm, al quale le borse si agganciano alla perfezione; ho fatto passare una corda dentro il tubo, facendo due occhielli all'estremitò dei lati, che servono per agganciarci la tracolla. Sopra le borse unite tra loro ci poggio su il sacco a pelo con la tenda; lego tutto assieme con 4 elastici con gancio, che uso anche per assicurare tutto il carico una volta sulla bici. Questo mi permette di far diventare 4 pezzi in uno, belli compatti e di facile trasporto. La borsa piccola ha la sua tracolla e lo zaino sta sulle spalle.
Inizio a portare giù la bici, ricordo che non c'è l'ascensore e devo fare 5 piani. La lego fuori e vado a prendere il resto delle mie cose.
Scendendo, arrivo alla reception per fare il check out dove trovo mister simpatia cinese, gli lancio le chiavi senza neanche guardarlo.
Adesso devo preparare la bici per il trasferimento, piazzo tutto il carico e inizio a pedalare verso nord, decido di passare lungo il fiume Hudson, dove la pista ciclabile è molto scorrevole, oltre ad esserci una bella vista.
Arrivo nel nuovo ostello dopo poco più di un' ora, questo si trova all'angolo tra Amsterdam Ave. e la 104ma strada.
Posso dire che stavolta l'ostello è veramente bello e accogliente. Faccio subito check in e pago un extra per il deposito della bici.
La mia camera è la 331 al terzo piano, salgo subito ed entro nella camera da 10 letti, un profumo di pulito mi accoglie e già sono più felice. Mi rilasso un'  ora e mezza e nel frattempo sento Vivi, su skype, sdraiato sul letto contraddistinto con la lettera A.
Alle 14:00 esco e vado a mangiare al vicino McDonald's, per poi dirigermi verso Harlem, zona a nord di Manhattan, popolata da afroamericani. In quel quartiere, si trova l'Apollo Theatre situato al 253 W. della 125ma strada. Questo teatro lanciò artisti come James Brown, Michael Jackson, The Jackson 5 e Ella Fitzgerald.
Fatte alcune foto, mi sposto più a nord sino ad arrivare al George Washington Bridge. In tutta la zona nord non ci sono grattaceli e il traffico è molto più tranquillo.
Oltrepasso il ponte e il fiume Hudson che porta nello stato del New Jersey che però non visito infatti attraverso il ponte e torno indietro. Mi dirigo dalla parte opposta, verso il Bronx e decido di entrarci giusto per dare una sbirciatina.
Faccio un giretto in qualche via per sentire il brivido del Bronx, legato più che altro all'immaginario collettivo e ai media come luogo pericoloso e poco raccomandabile... già noto la tanta differenza che separa questi distretti. Infatti percorrendo solo pochi kilometri ci si ritrova nel lusso e nell'alta finanza, dove se Wall Street prende il raffreddore tutto il mondo starnutisce!!! Posti vicini nella stessa città ma lontani anni luce, quasi tipo terzo mondo. Dove i ragazzi giocano in campi da basket fatiscenti e sporchi, con canestri di fortuna arrangiati alla meno peggio.
Anche se sono cose che già sappiamo, stando qua e osservandole in bici la percezione diventa più nitida. Sei a stretto contatto con la città che ti scorre sotto  le ruote, solo le gambe a darti trazione, il rumore della catena che gira e le voci che senti e che cambiano accento di via in via. Solo la bici riesce a farti percepire questo.
Adesso aspetto che le mie cose finiscano di essere lavate e finalmente andrò a mangiare...
 

26.10.2013 22:00

New York

Ore 22:00. Ultima notte in questo hotel.

Questa mattina sono uscito dall'hotel verso le 10:30. Ho deciso mentre mi preparavo, di andare a fare un giro a Brooklyn, quindi attraversare il famoso ponte. Prima però faccio colazione, dove incontro un ragazzo italiano, scambiamo due parole per poi congedarmi ed iniziare il mio girovagare diurno con la mia bici.
Prendo la strada che porta al ponte, il percorso ciclabile è di fianco al percorso pedonale, non vi dico la marea di gente che c'era.. ho rischiato più volte di investire qualcuno!!!
Arrivo dall'altro lato e mi dirigo al Brooklyn Bridge Park, dove la vista di Manhattan è incredibilmente fantastica, si vede benissimo tutto il distretto finanziario; dove prima spiccavano le torri gemelle, adesso sorge il nuovo grattacielo ancora da ultimare. Spesso ho immaginato le torri in quella posizione, qualcosa di imponente spazzato via in poche ore. È impossibile non immaginarle quando si è in quella posizione.
Ho continuato il mio giro lungo il fiume, trascinandomi la bici con una mano e parlando al telefono con Patri, la mia bedda sorre. Finalmente!!! Non la sentivo da quando sono arrivato in America, siamo riusciti a trovare il momento giusto. Per fortuna avevo attivato 250 minuti di chiamate internazionali, per parlare con i numeri fissi.
Abbiamo parlato forse per un ora, descrivendole stati d'animo e momenti particolari del viaggio, anche se molte cose le sapeva già grazie a questo blog. Approfitto per mandare un grosso bacio e un forte abbraccio a lei e ovviamente a tutta la mia famiglia, vi voglio bene e mi mancate.
Per tornare a Manhattan decido di prendere il ponte di fianco a quello famoso, il Manhattan bridge. Dove in questo caso i pedoni stanno dalla parte opposta alla pista ciclabile, il treno passa al centro mentre le macchine nella parte superiore.
Rientrato a Manhattan, vado a mangiare un boccone veloce da Subway, mi piacciono troppo quei panini. Mi infilo nel distretto finanziario sino ad arrivare al Bowling Green, dove si trova il Charging Bull “il toro di wall street”, scultura di bronzo realizzata dall'italiano Arturo di Modica. Si dice che toccare le sue palle porti fortuna, quindi anch'io rispetto questo rito.
Dopo il toro, la prossima tappa è il Rockefeller Center, dove al suo interno c'è il Top of The Rock, una terrazza panoramica al 70° piano. Per salirci su bisogna fare la solita trafila ai controlli di sicurezza, infine dopo aver fatto il biglietto ti danno un orario per salire, io dovevo aspettare un' ora e mezza. Approfitto per girare l' interno del Rockefeller Center, con negozi e ristoranti.
Nella piazza ogni Natale viene collocato il famoso e maestoso albero di natale. Si trova anche una fontana e una pista di pattinaggio sul ghiaccio.
Arriva il momento di salire sul grattacielo, altre file da superare e finalmente sono in cima. Nonostante il palazzo sia più basso dell'Empire, ho trovato da qui la vista panoramica migliore. Non ci sono ringhiere, ma pannelli di vetro tutti intorno, poi salendo le scale di un piano si trova un' altro terrazzo completamente libero, con una bella vista a 360 gradi.
Questo grattacielo è collocato vicino al Central Park dalla parte ovest, in una zona più centrale rispetto all'Empire. Mi è piaciuta molto anche la parte interna, molto elegante. Fantastico anche l'ascensore con il tetto trasparente, vedi la velocità in salita e senti la sensazione di precipitare in discesa. Bello anche perchè meno affollato del rivale, si può ammirare la vista dell'Empire stesso e anche di Central Park. In più si può godere di un momento di relax comodamente seduti su una panchina mentre ascolti il rumore della città.

Ritorno con i piedi per terra, dopo essere stato a 250 metri dal suolo. È ora di cenare, mangio un hamburger restando sul classico stile Americano.
Rientrando a China Town ormai senza l'ausilio del navigatore, incontro per strada tante persone mascherate... Oggi è sabato e tra qualche giorno sarà Halloween, credo che i festeggiamenti siano iniziati prima.
Domani abbandono questa schifezza cinese con la speranza di non avere sorprese nel prossimo alloggio.
 

25.10.2013 21:30

New York

24/10/2013

Da quando iniziai a fare i miei primi km di viaggio in bici da Chicago, si presentarono già dei problemi. In primis l'alloggio, fondamentale.

La parte che ritenevo la più semplice si è dimostrata la più "rognosa" e difficile. Sono sempre riuscito a risolvere questo tipo di problema con l'immenso aiuto di Viviana. Forse però è stato ancora più inaspettato trovare questo tipo di difficoltà qui a New York... chi mai lo avrebbe immaginato!!!
Lei ha speso tanto del suo tempo per cercare sempre di trovarmene uno, mentre io ero impegnato nell'attraversare Ohio, Pennsylvania etc...sino ad arrivare nello Stato di New York.
Infatti quando arrivai a Buffalo, Vivi mi informò dei problemi che avrei riscontrato a New York, gli alloggi non erano disponibili per tutto il periodo, avrei dovuto dormire un giorno a nord, un altro al sud e così via. Un gran bel casino.
E' per questo motivo che ho scelto questo fottutissimo Hotel cinese sino al 27, dove ho incontrato solo fastidio e nervosismo, contribuendo probabilmente all'approccio non proprio dei migliori con questa città.
Oggi ho prenotato un ostello, lo stesso della catena Hostelling International che avevo preso a Chicago dove mi ero trovato benissimo. Oltretutto questo si trova vicinissimo a Central Park in una zona molto più bella e soprattutto lontana da cinesi. Dovrò starci sino al 30, sperando così di poter visitare una gran parte di Manhattan. Per adesso sto facendo avanti e indietro in bici, ma ancora la parte nord, subito dopo Central Park, mi è sconosciuta.
Ieri ho acquistato finalmente il City Pass presso lo stesso museo che volevo visitare il 23, questa volta i soldi li avevo, pertanto tutto è andato bene.
Inizio a visitare il MET verso le 11:30, prendo l'audio guida in italiano (altri 6$) e mi avvio a visitare questo enorme museo seguendo il percorso indicato nella guida.
Il Metropolitan Museum Of Art è uno tra i più importanti musei al mondo che comprende una ricchissima collezione, piu di due milioni di opere d'arte che rappresentano il globo terrestre, quindi visitando il MET si visita il mondo.
Credo che per girarlo bene non basterebbe una settimana. Io mi limito al percorso veloce, soffermandomi un pò di più nelle parti che ritenevo più interessanti. Nonostante ciò finisco il mio bel giro alle 17:30, orario di chiusura feriale.
Esco dal museo che è quasi buio, prendo la mia bici legata al palo di fronte; problemi di parcheggio non ne ho e neanche lo pago. Anche questo è il bello di visitare una città, grande quanto vuoi, in bicicletta. Sicuramente fai prima che in macchina.
Parto velocissimo verso l' Empire State Building, volevo essere su durante il tramonto, ma la fila all'ingresso era troppo lunga e arrivo in cima all'86° piano alle 19:00.
Una vista comunque bellissima resa ancora più fantastica dall'audio guida in italiano (gratuita), che spiegava e descriveva ciò che vedevo nei vari punti intorno la ringhiera che circonda questo bellissimo grattacielo di 102 piani, inaugurato nel 1931 e costruito in soli 14 mesi.
Devo ammettere che mi è piaciuta di più la struttura panoramica delle Willis Tower di Chicago con i suoi balconi in vetro al 103° piano.
Una volta sceso, decido di fermarmi a Time Square per mangiare qualcosa, tanto ero di passaggio. Mi faccio fare un bel paninone imbottito, che non tardo a finire dalla fame che avevo.
Attacco la action cam alla bici schiaccio rec e rientro a China Town documentando il mio percorso.

25/10/2013

 A stomaco pieno dopo una bella mangiata al ristorante Thailandese.

Questa mattina è stata dura alzarmi, la frenesia di fare il più possibile mi sta affaticando troppo.
Quando si è in questa città, bisogna tenere quel ritmo frenetico che New York richiede, è impossibile rallentare, staresti fuori da tutto.
Oggi era in programma la visita alla Statua della Libertà e Ellis Island, per fortuna prima di uscire ho dato uno sguardo su internet e ho visto che la statua è visitabile ma Ellis Island riapre al pubblico dal 28, quindi decido di aspettare domenica per poterci andare.
Uscito in strada verso mezzogiorno vado direttamente a mangiare, per poi recarmi a l'American Museum of Natural History, per intenderci quello del film "Una Notte Al Museo".
Tra lunghe file e momenti di disorientamento dovuti alla grandezza di quel museo, trovo la strada giusta su come iniziare a visitarlo. Avendo visto anche a Chicago qualcosa di simile, mi soffermo di più sul planetario e la parte dedicata al Big Bang.
Immergendosi nelle varie culture mondiali e sui tanti habitat terrestri e marini riprodotti, il visitatore viene completamente catapultato nel passato sino ai giorni nostri.
Anche questa visita è finita, dovuta alla chiusura del museo, effettivamente non mi è dispiaciuto tanto, oggi non ero molto in forma.
Uscito da li, vado a prendermi il classico caramel macchiato da Starbucks con un croissant al cioccolato. Quello è un posto che mi rilassa molto, per questo a fine giornata ci vado quasi sempre.
Decido su consiglio di Viviana di andare a mangiare al Thailandese, assicurandomi del cibo molto buono. Faccio una piccola ricerca su internet e ne trovo uno con buone recensioni, si trova nel quartiere Hell's kitchen.
Arrivo al ristorante, già da subito mi da una buona impressione, pulito e con un ambiente accogliente.
Inizialmente ordino del pollo con verdure leggermente piccante, molto buono. La fame era troppa perciò ci vado dentro con un altro piatto, questa volta più piccante: noodles con maiale, uovo, cipolla, aglio e peperoni. Finalmente ordino anche una birretta, la prima di questo viaggio.
Mi gusto tutto... veramente molto buono, ci voleva qualcosa di diverso dal classico hamburgher. Tutto questo per 28$ incluso di Tips.
Rientro verso “casa” molto lentamente, considerando quanto avevo mangiato, non volevo rimettere tutto.
Per domani non ho ancora deciso, credo che deciderò direttamente quando mi sveglierò, sperando in un riposino tranquillo e che i miei vicini non facciano troppo baccano.

24.10.2013 10:40

New York

New York 24/10 Ore 10.40 dallo stanzino del tugurio, mangio un twix e inizio questo racconto.
La giornata di ieri non l'ho ancora descritta, lo faccio adesso.
Ieri mattina mi sono svegliato alle 8:00, era la mia prima vera giornata a New York. Mi alzo, vado a lavarmi facendo attenzione a dove mettere le mani e ritorno in camera. Dopo aver sentito Vivi e aver visto insieme come potevo organizzarmi la giornata, esco e mi avvio alla reception per recuperare la bici,
chiedo di quest'ultima; un cinese, forse di grado superiore rispetto agli altri che gestiscono il tugurio, non so perchè, mi prende in antipatia rispondendomi male e alzandomi la voce. Mi dice che quando sarei rientrato la sera, la bici sarebbe docuta rimanere fuori, cerco di capire per quale motivo, ma non si spiega e continua a ripetere la stessa cosa. Al momento lascio perdere e vado via, avrei risolto la faccenda nel momento opportuno.
Un pò incazzato sull'accaduto, mi avvio ed entro a fare colazione da Starbucks.
La mia intenzione era quella di andare a visitare per prima cosa il MET, Metropolitan Museum of Art che si trova a est di Central Park. Entro dalla parte Ovest quindi approfitto per attraversare il parco in bici.
Arrivato davanti al museo, incateno la bici e salgo le gradinate dell'immenso museo. Faccio I controlli di sicurezza e vado a fare il biglietto.
Decido di prendere il city pass che comprende sei coupon con le principali attrazioni da visitare a New York, questo costa 106$ anzichè 185$, prendendo i ticket singolarmente.
Vado per pagare con la carta ma non funziona, riprovano 3 volte ma sempre con esito negativo. La giornata è iniziata male e sta proseguendo peggio.
Non posso entrare, sono senza contanti. Per fortuna avevo gli euro con me, ma dovevo cambiarli.
Faccio una ricerca su internet, nella zona vicino la stazione centrale ci sono 3 change, che a quanto dice un blog, sono quelli meno ladri.
Prendo la bici e mi dirigo subito, inizialmente non riuscivo a trovarlo. Ho parcheggiato e mi sono messo alla ricerca, e girando un pochino sono riuscito a trovarlo. Non c'era neanche un indicazione fuori, poi vedo un palazzo pubblico con dei negozi al suo interno, entro e la un' insegna indica il change al terzo piano.
Salgo tramite le scale mobili, entro e chiedo a quanto era il cambio. Mi spara un prezzo, dal telefonino controllo anche io quanto dava ufficialmente. Mi stava bruciando 50$, cerco di contrattare un pò e limito il danno del furto a 40$.
Esco con i soldi ma ormai è troppo tardi per il museo, quindi decido di andare a visitare la zona dove c'erano le Torri Gemelle, il World Trade Center.
Per andare lì decido di costeggiare il fiume Hudson, con la vista in lontananza della Statua della Libertà. Mi fermo a fare qualche foto e riparto verso la meta decisa. Arrivo nel grande cantiere, dove si sta ricostruendo tutto il complesso del WTC.
Dopo una completa ristrutturazione, comprenderà il monumento commemorativo e il museo, spazi per uffici commerciali e negozi. Il progetto prevede una spirale di nuove torri intorno al monumento commemorativo di tre ettari. L' edificio numero uno del WTC esternamente quasi finito, si trova poco oltre la fontana nord, una volta finito sarà il più alto grattacelo degli Stati Uniti.
Il monumento commemorativo dell'11/09 è stato inaugurato in occasione del 10° anniversario dagli attacchi. Si compone di due fontante che sembrano piscine, installate all'interno dello spazio originale delle torri gemelle. I nomi delle vittime sono scritti sui parapetti in bronzo intorno alle piscine.
Fa un certo effetto immaginare quei momenti catastrofici che tutti abbiamo visto, riviverli da vicino, sul luogo dove è accaduto, tutto ovviamenre si recepisce amplificato. Poi nonostante tanta gente tutta intorno, c'è tanto silenzio e si sente solo il rumore dell' acqua scivolare giù verso il centro, dove un tempo c'erano le torri gemelle.
Ormai è quasi buio e decido di concludere la giornata visitando Times Square, quale momento migliore se non andarci la notte! Per arrivare decido di prendere la metro, scendo con la bici e salgo sul treno linea 1 che da South Ferry mi porta sino a Times Square in 30 minuti circa.
"Lucchetto" per bene la bici ad un palo e mi incammino per quelle luci pubblicitarie tutte intorno ai grattaceli. Persone di tutto il mondo sono riversata in quelle strade, tra quelle anch' io e la mia bici. Visito tutto il quartiere, scattando foto, facendo video ed entrando di tanto in tanto in qualche negozio. Ma oltre questo, niente di estremamente eccezionale. Ho visto cose mille volte più interessanti di luci e cartelloni piazzati su palazzi. Vale la pena andarci e spenderci non più di qualche ora.
Rientro in bici sino al mio quartierino China musi gialli, ripenso a Po che è l'unico simpatico.
Mi carico la bici in spalla e salgo le scale, arrivo in reception e chi mi trovo! Quella testa di cazzo cinese della mattina.
Il suo esordio vedendomi in bici è stato: "Put your bike outside! If you don't put the bike outside you don't sleep inside!". Insomma metti la bici fuori, perchè se non lo fai tu qui non entri! Alzandomi la voce e continuando a ripeterlo in continuazione. Mi sono incazzato di brutto tanto che gli ospiti che alloggiavano li sono usciti dalle stanze per vedere che stava succedendo.
Mai avrei lasciato la mia bici fuori, in quel cazzo di quartiere, mai!!! Avrei lottato sino alla fine ma la bici doveva stare con me. Siamo rimasti almeno 20 minuti discutendo. Fino a quando non mi sono rotto le palle di discutere e girando le spalle mi dirigo, io e la bici, su nella stanza. A quel punto parte la minaccia da parte del cinese, che avrebbe chiamato la polizia. Come ha detto così ho iniziato a insistere io affinchè la chiamasse, probabilmente se l'avesse fatto sul serio quello sarebbe stato  l'ultimo giorno in cui lui avrebbe lavorato li, gli sbirri come minimo lo avrebbero chiuso quel bordello. Alla fine è stato zitto e ha ceduto.
Anche questa giornata è passata tra alti e bassi, ma alla fine sono contento sia andata così. Era propio quello che cercavo.
Neanche oggi riesco a scrivere la giornata appena passata, sono indietro di un giorno. Spero di trovare il tempo per poterlo fare. Questa città non ti fa respirare, il tempo a disposizione è poco e bisogna cercare di riempirlo al massimo.

 

 

23.10.2013 23:00

New York

Ore 23:00 dall' ostello tugurio di Chinatown.
Ieri (22/10) è stata una giornata di viaggio, in treno, dalla mattina sino alle sera; sono arrivato alla stazione Penn Station di Manhattan verso le 18.00. Un lungo tragitto che alla fine è stato scorrevole, aiutato dalla grande stanchezza accumulata nei giorni scorsi, ho dormito tutta la mattina sino alle 13:30 circa, poi sono andato a mangiare nel vagone ristorante.

Per arrivare a destinazione ci sono volute circa 9 ore di viaggio, ci impiegato così tanto per il semplice fatto che fa il giro del grodde, come diciamo noi in sardo.
Lo stesso treno va per Boston, quindi taglia quasi parallelo verso est, per poi fermarsi per 20 minuti, dove viene staccata una parte di vagone, quest'ultima prosegue verso Boston e noi verso New York, quindi verso Ovest.
Arrivato in stazione, aspetto la consegna della bici che "ricompongo"  per pedalare, e parto con il mio bel carico in una New York caotica, affollatissima, difficile anche da girare in bici. Non sapevo come muovermi, dove passare con la bici, macchine a destra e a sinistra, taxi gialli infiniti uno dietro l'altro, sirene, semafori, luci e centinaia di persone che mi attraversavano la strada, bisogna stare sempre vigili, mooolto attenti. Dovevo prendere il ritmo del traffico, completamente differente anche da Chicago, città molto più ordinata e pulita.
La stazione sta sulla 34 St, il mio alloggio è a Ovest tra Bowery ed Hester St.” China Town e Little Italy”. Per arrivare in bici google maps mi diceva 20 minuti, con una distanza di 3 miglia. Io credo di averci impiegata almero 40 minuti. causa traffico.
Finalmente arrivo, inizialmente non riuscivo a vedere dove fosse, poi metto a fuoco e leggo il nome: Sun Bright Hotel scritto sopra e sotto in cinese. Vado per entrare e che mi trovo.. una rampa di scale ripidissima!! Adesso che faccio? Non esiste l' ascensore e la mia bici è super carica, quindi per prima cosa devo spogliare la bici dai bagagli. Per fortuna entra un ragazzo, anche lui in vacanza, non ricordo bene di dove fosse comunque dell' est europa. Parliamo un pò e gentilmente si offre di darmi una mano a portare su la bici.
Sono alla reception, mentre faccio il check in, già percepisco che luogo sgradevole sia. Vedo un uomo, vestito da barbone sporchissimo, si stava preparando da mangiare, una sorta di pappetta di riso con dell'acqua. Non potevo andarmene perchè avevo già pagato on line e non era rimborsabile, poi si era già tardi e trovare un altro alloggio era impensabile.
Ricevo la mia bella chiave, stanza 551 al quinto piano senza ascensore. La bici l'hanno tenuta nel loro deposito bagagli, sembra sicuro.
Il viaggio che percorro lungo I piani è il peggiore che abbia mai visto nella mia vita. Un palazzo sporco con odore di urina tra il terzo e quarto piano. Le due porte che danno ai corridoi delle camere erano aperte, quindi potevo vedere che c'era dentro mentre facevo i gradini. Sembrava una stalla, corridoi lunghi con tante porte, tutto sporchissimo e puzzolente, in fondo al corridoio persone che dormivano per terra. In quel momento ho avuto una visione... Ciò che vedevo era tipo la stessa immagine del bagno del film Trainspotting.
“Fortunatamente” quella zona non era per i "forestieri", ma credo solo per persone senza tetto o disadattate. Il mio quinto piano a differenza, ha le porte che danno alle camere, per lo meno chiuse a chiave. Sono sempre collocate allo stesso modo ma un pò più vivibili e pulite.
Arrivo nella mia camera, apro la porta e rimango pietrificato. Lo "sgabuzzino" ha un letto a destra e un armadietto sulla sinistra, alzo la testa e non c'è il tetto ma una rete tipo quella per i conigli. Praticamenete queste camere sono fatte in legno all'interno di una grande stanza. Per rendere l'idea: andate in un canile e immaginate che al posto delle reti per separare i cani l'uno dall'altro ci sia del legno... ecco quella è  la mia stanza.
Non parliamo dei bagni, sporchi ovviamente e sulla porta di ogni cesso scritte su servizzietti che è possibile trovare in qualche stanzetta, con tanto di ora ed eventuale numero di telefono.
Non ho fatto la doccia, dovevo comprare prima le ciabatte e un preservativo gigante stile "Una pallottola spuntata", per poter entrare nudo in quel bagno.
Decido di andare a dormire subito, ma non sopra quelle coperte non proprio pulite, quindi apro il mio bel sacco a pelo verde, mi ci chudo dentro e spengo la luce...

22.10.2013 09:00

Buffalo-New York City

Buffalo 22/10 Ore 9:10 sul treno per New York City.
Scrivo oggi la giornata del 21.10.2013; ieri non ho fatto in tempo, ero troppo stanco.

Oggi mi sono dovuto svegliare presto, alle 5:30; il treno partiva alle 9:08 e dovevo percorrere quasi un' ora in bicicletta fino alla stazione di Buffalo, per poi preparare la bici e metterla nel solito cartone.
Ieri è stata una di quelle giornate da ricordare, una di quelle che rimarranno impresse nella mente. Ciò che ho visto, e ciò che offre la natura, è veramente spettacolare e fantastico, molto più di quello che l'uomo possa pensare di costruire (a parte le piramidi ;) )!
Buffalo non è una città che ha molto da offrire, a meno che non si è in cerca di tranquillità, quella ne ha da vendere. Un ragazzo di Dallas che alloggiava nello stesso mio ostello, mi ha detto che questa città è rinomata per la musica classica. Lui infatti è in cerca di lavoro come direttore d 'orchestra.
Wikipedia dice il contrario sul divertimento notturno di questa città, io ci sono stato e non c'è un emerito …. Sarò capitato in un periodo morto?! Forse!!!
Torniamo a noi... Sono venuto sin qua a Buffalo per visitare principalmente le cascate del Niagara, situate appunto sull'omonimo fiume che nasce nel lago Erie e sfocia nel lago Ontario in Canada.
La città che sta sulle cascate prende il nome di Niagara Falls sia dalla parte Americana sia su quella Canadese.
Il lato USA è rimasto molto naturale, con la sua bella vegetazione e un bel parco a fianco alle cascate. I canadesi, invece, ne hanno fatto una vera e propria "Las Vegas", con casinò, negozi, luci e divertimenti di ogni genere... Un grosso luna park insomma.
Si può comunque godere lo spettacolo da entrambi i lati, facendo come ho fatto io, cioè un salto nell'altro stato. C'è comunque da dire che la vista dalla parte Canadese è decisamente migliore.

Arrivo alle cascate, dopo circa un' ora con il Bus numero 40 da Buffalo, costo 2$ a tratta.

Ho visitato il parco che da sulla prima cascata, quella più piccola. L'acqua che va ad infrangersi sotto nella parte rocciosa, nebulizzandosi fino al cielo, quasi come se piovesse, dona alle cascate un suono particolare che accompagna una sensazione di meraviglia e relax.
Noto poi dei battelli denominati "Maid of the Mist" che trasportano le persone proprio vicino alle cascate. Un emozione che non devo lasciarmi sfuggire. Compro il biglietto 15,50$ e mi dirigo verso l'ascensore che porta giù al fiume, mi danno un impermeabile blu; aspetto 15 minuti circa e salgo a bordo. Il traghetto era pieno di gente, decido di salire nel ponte superiore, così per bagnarmi di più.

Partiamo e ci dirigiamo verso le cascate, prima le più piccole, chiamate "velo nuziale" e poi quelle più famose a forma di ferro di cavallo. Il traghetto arriva vicinissimo, praticamente sotto. Siamo tutti completamente fradici, smartphone e videocamere comprese, cerco di fare qualche foto, alcune credo siano uscite anche bene.
La vista da sotto rende veramente l'idea di quanta forza abbia la natura e di quanta acqua cada da lì da migliaia di anni, continuando ad erodere la parte rocciosa e a farla indiettreggiare.
Finita la doccia senza shampoo, decido di andare a fare una passeggiata in Canada, attraversando il ponte "rainbow". Arrivo a metà ponte, con in mano la cartina gps di google dell'Iphone e  intercetto la linea internazionale, la linea di confine tra USA e Canada, segnata comunque anche da una targa attaccata alla ringhiera del ponte "arcobaleno".
Passo il controllo Canadese senza troppi problemi, prendo un caffè da Starbuks, faccio un giro ammirando il grande luna park e mi fermo a mangiare da burgher king.

Mi incammino lungo il parco che costeggia il fiume e che porta vicinissimo alla cascata a ferro di cavallo. Ad un certo punto, noto un uomo seduto sotto un albero, dava da mangiare agli uccellini, ne aveva a decine di fronte a lui, sino a quando arriva sparato uno scoiattolo scuro con la punta della coda bianca. Quest'ultimo gli sale su un dal braccio e gli si mette sulla spalla. Mi avvicino all'uomo, mi siedo con le ginocchia al petto e lo scoiattolo viene subito da me e inizia a cercare arachidi tra le mie mani, spostandomi le dita con le sue unghiette abbastanza affilate. Troppo bellino!!! L'uomo mi da una nocciolina da dare allo scoiattolo nero che la prende tutto contento per poi andare a papparsela sull'albero. È arrivato il momento di andare, appena mi alzo, faccio volare tutti gli uccellini intorno al signore, mi giro e l'uomo era rimasto solo, con le mollicche di pane in mano ma senza uccellini da sfamare ahahhhahhaahahah , mi rivolgo a lui dicendogli: "Sorry man, maybe they come back"!
Continuo il mio cammino e arrivo spedito nel bagno che sta all'interno di un centro commerciale, di fronte alle cascate famose, adesso c'erano le mie da far scorrere... sarà stato vedere tutta quell'acqua... ;)
Esco dopo aver comprato qualche ricordino e mi avvicino allo strapiombo; era uscito il sole, l'acqua nebulizzata ha fatto si che uscisse l'arcobaleno, scatto tante foto e mi soffermo ad ascoltare per l'ultima volta il suono dell'acqua cadere da un altezza di 50 metri , prima di rientrare a Buffalo.
Rientrato negli Usa, prendo il solito bus 40 che mi riporta in città. Arrivo in ostello verso le 17:30, prendo la bici e vado in stazione per fare il biglietto per New York. La stazione dista 20 miglia da Downtown, quasi un ora in bici. Fatto il biglietto e accertato che le bici su quel tipo di treno possono viaggiare, rientro al centro e vado a cenare.
Rientro in ostello verso le 21:00, entro in stanza e misteriosamente il mio letto era occupato da un altra persona. Il tizio non c'era ma la sua roba si, Boh, Misteri di Buffalo!
Vado a chiedere le lenzuola per fare un altro letto, anche la ragazza alla reception rimane stupita sull'accaduto, si scusa e mi da l'occorrente. Preparo tutto, metto a ricaricare il pc e telefono e vado a letto.

Treno Amtrak direzione New York ore 16:25, il paesaggio scorre tra laghi, fiumi, colori autunnali e ponti. Adesso stiamo costeggiando il fiume Hudson, ci accompagnerà sino a Manhattan.

20.10.2013 22:00

Buffalo

Ore 22:00 dall'ostello Buffalo-Niagara, sala relax.

Oggi riposo assoluto, questa mattina mi sono svegliato con molta calma, verso le 9.00.
Sono sceso giù a fare colazione, sperando fosse all'altezza di tutto il resto, e lo era. Mi sono riempito la pancia alla grande, succhi di frutta, pancetta, omelette, macedonia, toast e caffè. Tutto molto buono.
All'ora del check out verso le 11, lascio la stanza d' albergo e mi dirigo verso downtown di Buffalo, circa 30 min di bici.
Dovevo aspettare sino alle 16 per fare il check in all'ostello, quindi ne approfitto per visitare la città.
Un vero mortorio, non c'era anima viva in giro, forse per il freddo o perchè era domenica, comunque era deserta. Mi sono diretto verso il lago Erie, li c'era il Buffalo and Erie County Naval Military Park. C'era il sommergibile USS Croacker del 1944, USS Little Rock incrociatore della Classe Cleveland del 1944 e l' USS The Sullivans (DD-537) del 1943. Si potevano ammirare dal pontile, per entrare bisognava pagare, non sono entrato perchè ci sarebbe voluto troppo tempo.
Arrivate le ore 16:00 sono andato in ostello, fatto il check in,sono salito in camerata e ho sistemato la mia roba.
Sento e vedo VIvi su Skype, era già stanca ma ha resistito per stare un pò con me, alla fine sono passate ore chiacchierando e cercando alloggi per la prossima tappa. Iniziamo a trovare mille problemi su dove sarei potuto andare a dormire, prima a Boston e poi a New York.
A Boston tutti troppo cari e anche troppo distanti dal centro. A New York un pò meglio, ma sempre tanto cari.
Pensavo che l'alloggio fosse il mio ultimo problema invece sta diventando quello principale.
Sto cercando di risparmiare, ma è impossibile, a meno di 50$ non si trova nulla. Sto parlando non di una camera di chissà quale hotel, ma di un fottuto letto in camerata con altre 10 o più persone, con bagno in comune!
Per via dei prezzi alti ho dovuto fare una scelta, saltare Boston e andare direttamente a New York.
Chissà magari quando sarò a NY troverò un posto a Boston non tanto caro che mi permetterà di andarci.
A New York abbiamo trovato una specie di ostello a Manhattan, vicino a Little Italy, ho prenotato per 5 giorni dal 22 al 27, costo totale 219$. La camera sarà per due persone, quindi la condividerò con chissà chi.
Domani andrò a vedere le Cascate del Niagara, speriamo non piova. Da Buffalo a Niagara falls ci sono circa due ore di bici.
Adesso via a letto, domani vorrei svegliarmi presto, dovrò anche passare in stazione per informarmi sul treno che mi porterà a New York.

19.10.2013 22:25

Buffalo

Ore 22:25. Dall'hotel Best Western Inn.

Questa mattina mi sono svegliato alle 5.30 ancora nello stato della Pennsylvania; sono andato subito alla stazione a chiedere se in quel treno per Buffalo avrei potuto portare la bici. Arrivato alla stazione leggo che avrebbe aperto alle 5:55, avrei dovevo aspettare ancora 15min; la luce della sala d'attesa era accesa ma la porta chiusa. Mi metto a bussare forte, non avevo voglia di aspettare, ad un certo punto esce un ciccione (incontro solo ciccioni, ma si sa che negli Usa c'è il tasso più alto di obesità!) con la maglietta bianca sporca di cibo e mi apre la porta. Chiedo se sul treno per Buffalo posso portare la bici, mi dice che per quella corsa la bici non è accettata, insisto un pò ma senza risultato, non dipendeva da lui ovviamente.
Ritorno in albergo e mi rimetto a letto. Mi sveglio un pò tardi, alle 8:30. Vado a fare colazione e devo dire che faceva cagare proprio come l'albergo. Puzza di vecchio e di muffa avvolgeva la sala, non c'era anima viva, solo io. Mangio le poche cose disponibili, accertandomi che non fossero scadute considerando che appunto tutto sapeva di vecchio, anche la mia stanza.
Mentre mangiavo pensavo sul da farsi, avevo poche possibilità. Fuori non pioveva ancora, ma era grigio. Ho guardato il tragitto da Erie fino a Buffalo, 150 km!

Perchè non provarci... forse potrei anche arrivarci!!!

Google maps mi calcolava 7 ore e 45 min di tragitto, mi preparo e decido di indossare sin da subito l'equipaggiamento antipioggia.
Inizia il viaggio, il tempo sembra tenere, quindi mi tolgo la giacca antipioggia ma lascio i pantaloni. Percorro bene i primi 100 km senza pioggia, ma con il fastidio del ginocchio che spesso mi innervosisce, specialmente quando sforzo sulle salite.
Arrivo a Silver Creek, nello stato di New York, entro in un market a fare rifornimento, di viveri ovviamente, esco e vedo che inizia a piovere. Mi preparo per affrontare i prossimi 50 km sotto l'acqua.
Subito un salitone mi aspetta, il più ripido che abbia mai incontrato da quando son qui, l'affronto molto lentamente e arrivo in cima. Adesso il ginocchio mi fa troppo male , sono costretto a prendere un antidolorifico se voglio continuare. Tengo duro sin quando non inizia a fare effetto la pastiglia, dopo circa 30 minuti.
Piove sempre più forte, ma il ginocchio non fa più male e posso continuare tranquillo, l'antipioggia tiene bene, rimango completamente asciutto a parte le mani e un pò la faccia.
Finalmente arrivo a Buffalo dopo circa 8 ore di pedalata, è quasi buio e la pioggia è sempre più forte. Inizio a preoccuparmi sull'alloggio; avevo visto un ostello vicino downtown, molto conveniente. Avevo chiesto a Vivi di mandarmi l'indirizzo che io non ricordavo, lei fa una ricerca approfondita e scopriamo che oggi non c'è disponibilità. Mi fermo sotto un ponte, al riparo dalla pioggia per cercare un altro alloggio, non c'erano altri ostelli e i motel o alberghi disponibili erano molto cari o molto distanti.
Un pò di panico adesso lo avevo, pioveva forte, era buio, avevo fame, mi trovavo sotto un ponte e non avevo idea di dove andare per la notte. Una situazione difficile, avevo pedalato per tanto tempo, consumando molte energie, non potevo pedalare un' altra ora, volevo qualcosa di vicino. Now!
Provo a cercare direttamente sull'applicazione di google maps, alla ricerca di alloggi vicini al quartiere in cui stavo. Ne trova uno a 5 minuti da me, non mi sembrava vero. Entro sul sito e controllo la disponibilità e il prezzo. C'è disponibilità e il prezzo è sui 100$, non ho alternative, mi lancio immediatamente verso la salvezza.
L'hotel è della catena Best Western e devo dire che è il miglior hotel dove io abbia mai alloggiato fino ad ora; la camera è enorme, accogliente e ben pulita, vale tutti i 100$.
Per domani e dopodomani mi son gia messo al sicuro, trovando disponibilità in quell'ostello (oggi era al completo) a downtown e ho prenotato subito.
Adesso finalmente mi godo il meritato riposo.

 

 

18.10.2013 22:00

Eire

Ore 22:00 direttamente dall' Hotel Downtown Erie, costoso e pure schifoso, ho pagato 80 dollari!!!
Stamattina mi sono alzato al Motel 6 di Geneva alle 8.30 col pensiero che sarebbe stata una giornata difficile, invece guardo fuori e vedo un bel sole lucente, con poche nubi.
Vado a prendere la colazione al Mc Donald vicino, decido di portarla in camera per non perdere tempo e sentire Vivi, ma purtroppo non è in casa, quindi parto un pò dispiaciuto.
Inizio a pedalare, mi porto un problema al ginocchio destro, già prima di arrivare a Cleveland. Forse è una piccola infiammazione che mi sta provocando parecchio fastidio. Son due giorni che prendo anti infiammatori e un pò devo dire che è migliorato, ma oggi dopo 20 km mi sono dovuto fermare per prendere un brufen. Detto questo però devo dire che oggi andavo veramente forte. Sono arrivato a Erie (Pennsylvania) in un men che non si dica, in anticipo anche rispetto a ieri, nonostante oggi abbia fatto più km.
Il tragitto per Erie l'ho fatto quasi tutto su una strada principale, in effetti un pò più pericolosa ma comunque molto scorrevole; per tutte le ore che pedalo penso e rifletto su tante cose, così facendo mi passa prima il tempo e non si sente neanche tanto la fatica.
Riflettevo sul fatto, per esempio, sul perchè mi ero così stancato nel primo tratto da Chicago a Michigan City.
Sono arrivato a una probabile soluzione, credo che i sentieri ciclabili siano più faticosi sulle lunghe distanze ( io ne avevo percorso 100km), forse per il fatto che sono poco percorsi rispetto alle strade dove passano le macchine, e comunque con molta meno frequenza, quindi non gommate; che questo influisca sulla scorrevolezza? Magari è una cazzata, ma per passare il tempo va bene!!!
Lungo il tragitto verso Erie incontro qualche salitona pesante, ma la strada è prevalentemente pianeggiante. Tratto molto abitato, paesini uno dopo l'altro.
Arrivato a Erie verso le 14:00, vado al centro e controllo gli alloggi disponibili. Tutti molto cari da 100$ in su. Non capisco il perchè di questi prezzi, considerando che la città non ha molto da offrire, e a parer mio non è molto sicura, gli abitanti sono parecchio strani. Ne ho attraversato di cittadelle, ma qua si respira aria negativa, non mi fa sentire sicuro. Non mi piace, domani mattina voglio subito tagliare la corda.
Domani vorrei proseguire in bici, forse però sarò costretto a prendere il treno, dovrebbe piovere da domani sino alla prossima settimana e non posso rimanere bloccato qua per giunta pagando 80$ a notte.
C'è un altro problema, forse nel treno per arrivare a Buffalo, la mia prossima destinazione, non è possibile caricare la bici.
Partirà un treno domani mattina alle 7.22. Son passato poco fa alla stazione, ma era chiusa, quindi dovrò svegliarmi presto e andare a chiedere se accettano bici, e nel caso di risposta positiva prenderlo.
Nell'altro caso dovrò proseguire in bici che piova o no.
Ps. tutti gli alloggi da queste parti sono troppo cari...anche quelli "puzzinosi" con la muffa. Mi son rotto di regalare soldi, d' ora in poi mi vorrei arrangiare con la mia tenda o dormire solo in ostelli che purtroppo si trovano solo nelle grandi città e non in questi paesini dispersi.

17.10.2013 22:00

Geneva

Ore 22:00. Sul letto dopo aver mangiato noodles acquistati ieri al market cinese, buoni e mooolto piccanti.

Questa mattina volevo svegliarmi presto, ma stavo così bene nel mio bel sacco a pelo verde, che ho deciso di rimanere un altro pò a casa di Po. Mi alzo verso le 8.00. Po va a lavoro e rimaniamo d'accordo che sarebbe rientrato a salutarmi alle 9.30 circa, per la mia partenza da Cleveland.

Intanto mi preparo, faccio colazione con il mio cibo liofilizzato, sento Vivi altrimenti non posso partire... e infine sistemo le borse, pronto per la partenza.

Arriva puntale Po, qualche foto di rito, ci salutiamo e neanche a farlo apposta mi regala un pupazzino di peluche... UN PANDA!!!

Devo ringraziarlo veramente tanto per ciò che ha fatto per me; persona fantastica gentile e disponibile come poche. Infine mi attacca un palloncino verde ad elio alla bici, scatta qualche foto mentre mi allontano per affrontare la mia prossima tappa.

For Julien, I hope see you soon, man! Keep in touch.

Sono di nuovo senza tetto. Prevedevo di arrivare sino a Ashtabula, ma ha iniziato a piovere, quindi mi son dovuto fermare a Geneva 10 miglia prima. Mi fermo all'ennesimo Motel 6, ormai ho fatto l'abbonamento!!!
Il viaggio sin qui è andato molto bene, la strada praticamente in piano e vento zero. Il paesaggio sempre simile al precedente, forse un po più abitato.
Faccio il check in al motel alle 15:00, mangio al mc donald e rientro in stanza. Fuori piove non c'era molto da fare.
Mi guardo un film in streaming, preparo la cena e faccio la doccia.
Programmi per domani: vorrei arrivare sino a Erie in Pennsylvania, che dista circa 100 km da dove sono adesso, ma molto probabilmente pioverà. Il punto è che ha messo pioggia per i tutti i prossimi giorni!!!

Vedrò comunque domani mattina che fare...

16.10.2013 23:00

Cleveland

Ore 23:00 direttamente dalla cucina dell' amico Po. Io mangio una mela e scrivo il reso conto della giornata, mentre lui è impegnato ad aggiustare le sue cuffie wifi, cercando di saldare dei fili, ma alla fine credo che il risultato non sia quello sperato.

Finalmente ho dormito, dentro al mio sacco a pelo nel pavimento di moquette. Nel cuore della notte, io sulla sinistra e Po sulla destra del salotto, anche lui senza letto (non ci sono letti nel suo appartamento!!!), me lo ritrovo che rotola per la stanza, come una palla lasciata cadere da una discesa. Per sicurezza, mi appiccico nella mia parte di parete per evitare di essere schiacciato.
Comunque a parte questo episodio, tutto è filato liscio.
Questa mattina il tempo è brutto, piove e tira parecchio vento, quindi decido di rimanere a dormire. Po va a lavoro e mi assicura che sarebbe tornato verso le 11. Arriva puntuale mentre parlo con Vivi, glielo presento e mi sputtana su un pensierino che le avevo preso... Grazie mille Po!!!
Usciamo, non prendo la bici perchè Po mi vuole invitare a mangiare alla mensa dell'università, con i professori; sarei tornato dopo pranzo a prenderla.
Arriviamo alla Cleveland University e lo aiuto ad appendere dei manifesti riguardanti un attività estiva per il 2014: “approfondimento della lingua Cinese per 1 mese in Cina”.
Finalmente andiamo a mangiare, mi riempio il piatto un paio di volte di quel tanto buon cibo, e, per concludere in bellezza... un bel dolce al cioccolato e caffè americano.
Andiamo a prendere la bici e Po rientra a lavoro, io devo cambiare i soldi, provo nella banca dentro la scuola ma non possono cambiarli, sarei costretto a fare un conto corrente americano e anche se gratis non ho voglia di perdere tempo, sarei andato magari in un' altra banca.
Inizia a piovere, mi sposto nel padiglione principale, dove c'è una festa con palloncini e vari giochi. Mi prendo un altro caffè da Starbucks e rimango li a guardare.
Mentre riprendo con il telefonino dei ragazzi che fanno la breakdance, uno roteando su una mano e a testa in giù, da un colpo fortissimo alla gamba di una sedia, dove è seduta una ragazza, la sedia vola facendola cadere a culo a terra, per fortuna aveva un culo ben imbottito hahahahahah quante risate!!!
Finalmente smette di piovere, prendo la bici alla ricerca di una banca, ma chiudono alle 16.30 e non faccio in tempo. Rimango in giro a cazzeggiare; si fanno le 18.00 e chiama Po per incontrarci. Prende la bici anche lui e decidiamo di andare a mangiare al cinese, tanto per cambiare! Per fortuna è completamente diverso dalla cucina cinese che si trova in Italia. Un piatto che abbiamo scelto era composto da un brodo rosso piccante, con varie spezie e ortaggi e carne di manzo. Il secondo piatto invece, con pollo, bambù, peperoni, funghi e broccoli. Il terzo piatto, spaghetti cinesi con verdure. Una vera delizia, finalmente un giorno senza hamburger!!!
Usciamo dal ristorante verso le 20:00, passiamo un attimo al market per comprarmi un pò di frutta per il viaggio in bici di domani che dovrò affrontare, tempo permettendo.
Visitiamo downtown in notturna, scatto un altro pò di foto e via a casa.
Domani mattina dovrei svegliarmi presto; il mio viaggio in bici continua e un altro posto mi attende...
 

15.10.2013 20:00

Cleveland

Appartamento di Julien, ragazzo cinese looks like Kung Fu Panda che gentilmente si è offerto di ospitarmi.

Tutto ha inizio la notte precedente alla stazione di South Bend, aspettando il treno.

Mentre leggevo un libro, " la bicicletta di bambù" di Matteo Sametti, arrivano 4 cinesi. Uno di essi con la bici. Anche lui inizia con il procedimento di imballo della bici. Finito ciò saluta gli amici, si avvicina a me e iniziamo a parlare. Anche lui è diretto a Cleveland e avendo in comune anche la bici... non ci resta che essere amici! 

Ore 24:00. Alla stazione di South Bend, finalmente arriva il treno, non vedevo  l 'ora di salirci su e dormire. Ero dalle 8.30 del mattino in piedi e in giro per quella ridente cittadina.

Il sistema ferroviario americano è molto diverso dal nostro; il biglietto viene controllato prima di salire a bordo, tramite un bar code. Una volta seduti, passa un operatore e chiede a ciascun passeggero quale è la propria destinazione finale, la scrivono su un bigliettino e lo attaccano sopra la cappelliera, in questo modo, provvedono loro ad avvisarti quando devi scendere, geniale! Anche per quanto riguarda la bici, pensano a tutto loro, la caricano sul vagone bagagli e la scaricano loro facendotela trovare in stazione. Ero un pò preoccupato, in realtà, su come l'avrebbero trattata, ma per fortuna il cartone era intatto senza neanche un bozzetto.

Il viaggio è stato un pò scocciante, non ho dormito molto, anche se le poltrone del treno erano comode, molto più che in aereo. Appena preso sonno, sento un forte rumore, di fronte a me, dove avevo messo le valigie. Mi alzo di soprassalto e vedo la mia borsa, con dentro il pc, in terra e tutti i miei centesimi di dollaro sparsi per il treno. Porco cane mi sale un incazz... quella str...a dell'hostess, prendendo una valigia, aveva fatto cadere la mia, rompendomi una tasca dove tenevo il mio porta Iphone da bici e quei cavolo di cent che ogni volta si accumulano e non riesci mai a smaltire.

Morale: il porta Iphone che una volta era impermeabile, ora non lo è più, e,  i cents ho deciso di smaltirli così: lasciandoli sparpagliati per tutto il corridoio!!!

Il resto del viaggio, per fortuna, è stato tranquillo, svegliandomi di tanto in tanto a controllare le borse.

Ore 6:00. Arrivo a Cleveland. Freddo e nebbia.

Io e il mio amico Po, alias Julian, aspettando che la luce del giorno arrivi, chiacchieriamo un pò. Viene fuori che, ancora non avevo provveduto a prenotare un alloggio così lui molto gentilmente si offre di ospitarmi, invitandomi anche dei tacos. Accetto con piacere tutti e due; montiamo le bici e prendiamo la via di casa. Arriviamo che sono quasi le 8:00; lui doveva andare a lavorare, pertanto mi faccio una doccia veloce ed esco di casa con lui. Ci dirigiamo presso l'università di Cleveland dove lui lavora; si occupa di organizzare corsi di cinese per l'università.

Entro in ufficio, mi consiglia alcuni luoghi da visitare e mi lascia l'indirizzo dell'appartamento per sicurezza. Ci saremmo visti direttamente a casa dopo il lavoro, verso le 18:00.

Prima cosa... un bel caramel macchiato per Antony (cioè per me) da Starbucks all'interno dell'università.

Chiamo Vivi su skype per una bella e rigenerante chiaccherata... l'amore mio c'è sempre :) 

Soddisfatto di come questa giornata sia partita nel verso giusto, prendo la bici e mi dirigo verso il lago.

Di veramente interessante in città non credo ci sia molto, ma "Po" mi ha consigliato di andare al museo di Rock and Roll.

Appena entrato, sentivo che quello era il posto giusto per me; tanta storia del rock, dalle origini sino ai giorni nostri. Tantissime cose da vedere: vestiti, spartiti, strumenti musicali, oggetti e certificati vari e tanto altro appartenenti a Michael Jackson, Beatles, U2, Doors, Jimi Hendrix, Nirvana e mooolti altri. Tutti rigorosamente originali.

E ancora... tutto il percorso catalogato sulle varie influenze musicali che hanno avuto grandi molti artisti, come Pearl Jam e Metallica... Ma è stato grandioso vedere quanta roba c'era su Rolling Stones, bellissimo museo!

Potrei stare ore ancora a scrivere di questa giornata, ma ho troppo sonno e quindi... bye bye I go to sleep

ZzZzZzZzZzZzZzZzZzZzZzZzZzZzZ......

 

14.10.2013 21:00

South Bend

Ore 21:00: Stazione di South Bend

Questa giornata sarà sicuramente da ricordare come quella più avventurosa da quando sono qui.

Ieri sono andato alla stazione per chiedere informazioni sul treno che avrei dovuto prendere e per chiedere anche istruzioni su come far viaggiare la bici... sin qui tutto bene; parte alle 12... mi han detto!!!

Dunque... sveglia alle 8:00 e con calma mi preparo... e dopo aver fatto colazione, lascio il motel, direzione stazione. Trenta minuti di bici. La mia intenzione era quella di arrivare almeno due ore prima perchè dovevo mettere la bici dentro la scatola. Arrivato lì... faccio vedere il foglio della prenotazione all'operatrice, e , mi fa notare un "piccolo" particolare.

Il mio simpaticissimo treno.... si partiva alle 12... Ma PM!!! Post Meridiem!!! Insomma a MEZZANOTTE!!! Azzzzzzz! Non avevo guardato bene ieri, ero convinto fosse alle 12 am! Anti Meridiem!!! Insomma a MEZZOGIORNO!!!! Che avrei fatto? In bici non potevo mettermi in viaggio, perchè si era fatto troppo tardi, e poi la zona era piuttosto desertica; avrei dovuto percorrere svariati km con un ginocchio destro dolorante da questa mattina. Non avevo scelta! 

Dovevo aspettare quel dannato treno notturno.

La giornata a South Bend è staaaata leeeenta e moooooolto tranquiiiiiiilla. Sono andato su, giù ,est, ovest e poi di nuovo ovest, est, giù e su!

Una cittadella con tantissimi parchi e tanto verde, percorsi ciclabili molto belli che costeggiano il fiume, c'è anche una cascata.

Molto interessante, anche a livello architettonico, è l'Università di Notre Dame. E' un università molto grande, con due campi da golf, campo da calcio, stadio ,tennis, giardini, fiori e laghi con tante paperelle. C'è anche la Basilica del Sacro Cuore; quest'anno ha compiuto 125 anni. Devo dire che non è che mi sono divertito, ma rilassaaaaaaaato tanto.

Vado via verso le 19:00, ormai buio e la stanchezza si faceva sentire.

Decido di passare prima da Starbuks, ma è chiuso. Mi accorgo che attorno a me non c'era anima viva, tutto chiuso, che palle!!! Ok... vado in stazione ad aspettare.

Inizio a preparare la bici, smonto i pedali e il manubrio e metto tutto dentro il box, pronto per salire sul treno. Mi aspetterà una lunga nottata.

13.10.2013 21:00

South Bend

Ore 21:00: Motel 6, stanza 127. Sdraiato sul letto.

Questa mattina mi sono svegliato bene (verso le 8:00) nonostante i "simpatici" insetti nel bagno, che comunque non si sono mossi da dove stavano. 

Vedo subito un messaggio di Vivi molto piacevole, con un link di un alloggio a South Bend dal prezzo ottimo; lo prenoto subito.

Mi dirigo subito a fare colazione da Burgher King, che si trova di fronte al motel; prendo caffè, uova, prosciutto e pane dolce. Rientro in motel, sistemo le mie ultime cose e scappo via da qui.

Il sole splende e anche il mio umore è decisamente migliorato, senza pressione di fare tanti kilometri e con un tetto sulla testa per la notte già assicurato.

Ho percorso 60 km con molta calma, godendomi il paesaggio campestre, tra gli alberi e le praterie, attraversando paesini e tante fattorie.

A differenza della tappa precedente molto pianeggiante, questa è stata più impegnativa perchè collinare, ma divertente.

Arrivo a South Bend intorno alle 14.30 ancora con tante energie, raggiungo il motel e faccio il check in. Finalmente ho tempo per chiamare la mia famiglia, è sempre un piacere immenso sentirli e vederli, un bacio e un abbraccio forte!

Chiamo Vivi e restiamo un pò di tempo in videochiamata, anche per decidere che fare domani. Le informazioni non sono molto buone, mi trovo in una zona abbastanza desertica, non pensavo sino a quel punto quando dall'Italia pianificavo il tragitto. Non riusciamo a trovare alloggi buoni ed economici sul tragitto che dovrei affrontare. 

Scopriamo anche che è una zona popolata da comunità Amish; leggendo poi su Wikipedia, la comunità più popolosa si trova nell'Ohio, stato confinante con il Michigan, che dista appunto pochi km da dove sto io. Loro gestiscono, comunque, bed & breakfast e alloggi vari, compresi i campeggi, ma con costi non proprio bassi!

Opzione decisamente più saggia a questo punto, è quella di prendere il treno e attraversare la terra degli Amish, arrivando a Cleveland. 

Guardiamo gli orari dei treni, ne parte uno verso le 12, ma non mi resta che avvicinarmi di persona alla stazione e chiedere informazioni anche per il trasporto della mia bici.

Arrivato alla stazione,  l'addetto mi dice che il biglietto costa 43$ più quello della bici che è di 10$ e che quest' ultima va posizionata all'interno di un box, che vendono proprio li in  stazione alla modica cifra di 15$. Dovrei smontare solo il pedali e girare il manubrio. Decido di prenotare, quindi domani si viaggerà verso Cleveland!!!

Ps. Quando sono arrivato in motel, ho acceso il pc e l'orario che vedevo era indietro rispetto a quello dell'iphone... controllo un attimo e mi rendo conto che mentre pedalavo verso qui ho incontrato il fuso di un'ora... e non me ne sono nemmeno accorto ;)

12.10.2013 20:00

Michigan City

Ore 20:00: dalla stanza del motel. 

Oggi è stata una giornata faticosa che mi ha messo a dura prova. Come secondo i piani, mi sveglio alle 7:00, ma tra una cosa e l'altra riesco a partire da Chicago solo alle 9:00, con l'obiettivo di arrivare a Michigan City; città che si trova a sud est del lago, Michigan appunto, a 106 km di distanza.

Mi allontano da Chicago attraversando parchi, sulle varie piste ciclabili. L'umore è buono anche perchè le previsioni meteo dovevano essere brutte, invece c'è il sole. Peccato che, dopo una ventina di Km mi sono ritrovato con il vento frontale, che mi ha massacrato, rallentandomi considerevolmente.

Devo dire che ho fatto almeno l'80% della strada su percorsi ciclabili, in mezzo al verde e agli scoiattoli che attraversavano il mio sentiero.

Il paesaggio non ha avuto tanti cambiamenti, a differenza dei vari quartieri che attraversavo; molti sembravano dimenticati e lasciati a marcire come la gente che ci abitava. Mi riferisco in particolare alla zona periferica a sud di Chicago.

Dopo i primi 50 Km percorsi sono andato in fase down, forse sarà stata colpa del vento che mi rallentava, facendomi faticare almeno il doppio, considerato tutto il mio equipaggiamento sulla bici e nonostante non ci fossero grandi pendenze. Mi fermo in un market nei pressi di Highland, compro del cioccolato e dell'acqua, ne approfitto anche per riposarmi una mezz'oretta.

Riparto con un pò più di forze; percorro tutto il sentiero alberato calpestando migliaia delle tante foglie gialle che lo ricoprono. Ma dopo 20 Km sono sfinito, quasi mi sembrava di stare in un paesaggio surreale. In quei momenti i pensieri vanno a farsi fottere, tutto si vede negativo, e , i problemi che prima sembravano facilmente superabili adesso sono insormontabili; era il panico che si faceva sentire, dovuto alla stanchezza.

Quelli sono stati momenti così difficili e forti che ancora la mia persona non aveva affrontato, completamente solo e a migliaia di Km di distanza da casa.

Ma la mente reagisce bene e trova il modo per superare quei momenti, pensavo a chi mi stava veramente vicino, con il cuore. E' stata una spinta in più per andare avanti... oltre alla mia testardaggine di arrivare per forza in quella dannata Michigan City. Grazie.

Aspettandomi, non so perchè, una città accogliente, in realtà mi accorgo sin da subito... che è una MERDA.

La prima cosa da vedere che mi ha offerto Michigan City, è stato il carcere; una città spenta dentro, buia e triste, con case bruttissime e fatiscenti. Non c'erano molti motel e quelli che c'erano, erano pure cari!!!

Mi fermo a mangiare una pizza al primo ristoro che trovo, la mi indicano un motel a 5 miglia di distanza, assicurandomi fosse economico.

Raggiungo il motel... rimango subito stupito... dallo schifo!!!

La prima camera chi mi propongono, la rifiuto perchè puzzava di vecchio e di fumo, con mobili e sedie squarciate che facevano da arredamento... non osavo immaginare il letto. Sono un tipo che sa anche adattarsi alle situazioni, ma quello era veramente troppo!

La seconda, diciamo, poteva anche andare bene, ma soprattutto non avendo altra scelta, l'ho presa. La camera è costata 50 $, e completa dei seguenti comfort: scarafaggini nel bagno e mobili "antichi", che probabilmente neanche il peggior discount del mondo avrebbe avuto il coraggio di vendere.

Comunque domani è un altro giorno e non vedo l'ora di mandare affanculo questa città.

11.10.2013 19:30

Chicago

Ore 19:30: dalla sala relax dell'ostello, scrivo sulla mia ultima giornata a Chicago.

Domani partirò per la mia prima tappa importante di questo in viaggio in bici. 

Costeggerò il grande lago Michigan fino ad arrivare a Michigan City, poco più di 100 Km. Le previsioni meteo non promettono bene, ma spero di arrivare in tempo prima che cali il sole.

In realtà, sarei dovuto partire questa mattina, ma ieri non ho fatto in tempo a pianificare lo spostamento e a prendere le ultime cose fondamentali per il viaggio, come ad esempio la tenda e una luce frontale che illumini a dovere.

Così approfitto di questa giornata in più per fare una visitina al Lincoln Park, a nord di Chicago.

Percorrere la lunga pista ciclabile lunga tutto il lago, mi carica di energia. Nonostante Chicago sia una metropoli, e mi trovo in centro, sembra di stare in mezzo alla campagna per tutto il verde che mi circonda e il lago da quella sensazione di profondità che fa respirare la città.

Arrivato al parco, lego la bici ed entro allo zoo che è del tutto gratuito. Mi aspettavo una cosetta da niente... mi sbagliavo! Non sempre gratuito è sinonimo di schifezza.

All'interno si trova veramente di tutto; la cosa bella è che puoi ammirare gli animali molto da vicino. La parte che mi ha entusiasmato tanto è stata vedere la sala enorme dei primati. Tante specie, tra i quali i gorilla con i suoi piccoli; oggi,per esempio, era anche il compleanno di uno di loro. La mamma gorilla distesa a pancia in su, prendeva il cucciolo e lo lanciava in aria, riafferrandolo e stringendoselo a sè, tanto che all'ennesimo lancio, mamma gorilla manca la presa e il piccolo cade a muso a terra, fortunatamente incolume!

Altre sale molto belle sono quelle rettilario e la piscina con le foche, ammirabili mentre nuotano nella zona underwater, sott'acqua insomma.

Non mi trattengo tanto allo zoo, devo ancora recuperare la tenda e le altre cose... Santo Smartphone aiutami tu!!! Come sempre si fa trovare pronto, mi viene in soccorso e mi conduce ad un negozio specializzato in outdoor; dopo 20 minuti di bici sono da Rei. si chiama così. Negozio enorme nel quartiere Old Town, a ovest di Lincoln Park zoo. Trovo tutto ciò di cui avevo bisogno, la tenda, la luce, un lucchetto per la bici, il fornellino, barrette energetiche e cibo liofilizzato per le situazioni estreme.

Rientrato presto all'ostello, saluto l'amore mio via skype ;); metto in ordine le idee e i bagagli e mi sento pronto per l'avventura LiberaMente bike :).

Mi dispiace lasciare Chicago senza poter vedere la maratona che si svolgerà questa domenica; un grande in bocca al lupo al mio compagno di stanza, italiano, che vi parteciperà. 

 

10.10.2013 19:30

Chicago

Ore 19:30: Mentre attendo che la lavatrice faccia il suo dovere, io ne approfitto per scrivere la giornata di oggi.

Uscito leggermente più tardi del solito, decido di dedicarmi al tour della città in bici.

Senza programmi e facendomi trasportare scorrevolmente dalla mia bici sui sentieri dei vari parchi, arrivo al Millenium Park.

Gli abitanti di Chicago vanno molto fieri del Millenium Park. La sua costruzione è iniziata nel 1998 e completato nel 2004, per volere del sindaco Richard M. Daley. A quanto dice Wikipedia, è uno dei più grandi parchi pubblici ed è considerato il più grande giardino del mondo con i suoi 24,5 ettari di superficie. Al suo interno si trova la Crown Fountain di Jeume Plensa, composta da due torri di vetro, alte 15 metri, dove dall'alto, l'acqua corre a cascata; sono disposte una di fronte all'altra, separate da una vasca di 70 metri invasa dall'acqua.

Nella piazza invece è stato posizionato "il fagiolo", chiamato così dai residenti, ma in realtà il suo vero nome è Cloud Gate. E' una scultura dell'artista Abish Kapoor, costat 23 milioni di dollari.

Devo dire che mi sono divertito molto a fare foto. Poi...ho avuto la brillante idea di posizionare la "camera bike" sul mio caschetto e di girare tra le persone e anche in mezzo il fagiolone. La mia folle corsa è stata bruscamente interrotta da un poliziotto obeso su di un Segway (mezzo di trasporto elettrico con due ruote parallele). Quindi trasportandomi la mia bella bici a piedi, mi dirigo verso l'uscita del parco un pò imbrociato... e con lo sgurado rivolto verso il basso!!!

Arrivo al Navy Pier, porto turistico con attrazioni, stile Santa Monica Beach in California.

Non mi sono privato di fare un giro sulla ruota panoramica (alta 79 metri)  per fare un pò di foto. Terminato il giro, scendo le scale che portano alla banchina, che conducono alle varie imbarcazioni per i tour guidati lungo il lago e i fiumi che attraversano Chicago.

Il mio sguardo cade però su un' imbarcazione rossa, stile motoscafo che riportava la scritta " Extreme Thrill Ride". Che dovevo fare? Privarmi di quello?! Certo che no!!! Quindi nell'attesa che partisse il mio prossimo giochino, mi si avvicina un tizio chiedendomi, in inglese, di scattare una foto. Nel rispondere mi scappa un "Si" in italiano, mi guarda sgranando gli occhi e dice:" Sei italiano!!!".

Da li in poi... me lo sono portato dietro per tutto il tempo, frenato perchè lui a piedi ed io in bici, non riuscendo a visitare granchè.

Ciò mi ha fatto riflettere, e, mi sono convinto ancora di più che: viaggiare da soli è sempre la scelta migliore!!!

Ps: Per la cronaca... quell' Extreme... non era poi così tanto extreme... comunque sempre divertente!

09.10.2013 23:00

Chicago

Ore 21:30: "Sbragato" nella sala relax dell'ostello a scrivere il resoconto della giornata.

Sono sveglio dalle 7 di questa mattina... doccia... colazione e pianificazione della giornata.

Decido di uscire a piedi per visitare i musei vicini. Troppa paura che mi fottano la bici lasciandola incustodita ore all'aperto; quindi con zaino in spalla inizio a incamminarmi.

Mi dirigo ed entro al Field Museum of Natural History, 30 minuti a piedi. Un museo enorme, ci sono volute tre ore per visitarlo, tralasciando anche molte cose; si trova sulla Lake Shore Drive, vicino al lago Michigan.

Questo museo vanta oltre 21 milioni di esemplari animali collezionati. Tra questi c'è il fossile del T-Rex più completo al mondo, Sue è il suo nome. E' esposto all'ingresso del museo, messo li come se facesse la guardia. La testa esposta non è quella originale perchè troppo pesante e avrebbe creato problemi all'intera struttura di ossa originali. La testa vera si trova al piano superiore e pesa 270 Kg. 

Vale la pena visitare il museo solo per il T-Rex e la vasta collezione di dinosauri. Comunque all'interno possiamo trovare migliaia di esemplari animali, collocati nei loro habitat, divisi per categoria e specie. 

Tra le collezioni troviamo anche manufatti dell'antico Egitto, del Tibet, del nord-ovest del Pacifico e delle Isole del Pacifico.

Uscito dal museo, un pò confuso da tutte quelle cose infinite da vedere, decido di andare all'acquario, il più vecchio degli States ed è stato anche il più grande acquario al coperto del mondo.

Non mi sono perso lo spettacolo con i delfini e un documentario 4D molto interessante, parlava di come una specie marina, risalente a milioni di anni fa, nonostante vari cambiamenti climatici, cataclismi, ere glaciali, continenti che si separavano, oceani che si prosciugavano  e poi riemergevano, rimanevano comunque impressi sotto forma di fossili, trovati poi dall'uomo. Quindi niente si distrugge.

Si sono fatte le 17, non ancora soddisfatto, rientro un attimo in ostello per prendere il caricabatteria da viaggio...cellulare e action cam mi avevano già abbandonato da un pezzo...

Finisco in bellezza la giornata con la visita al grattacielo più grande degli Stati Uniti, il Willis Tower con i suoi 108 piani. 

La vista di Chicago però, si può ammirare dallo Skydeck al 103esimo piano, con balconate in vetro e sospese nel vuoto. Una vista mozzafiato specialmente al tramonto. Mi rendo conto di aver fatto una buona scelta... anzi tre!!! Tutte molto interessanti e uniche.

08.10.2013 23:00

Chicago

Ore 13:15: Sono arrivato. Comodamente seduto con vista downtown all'inteno del mio palazzo che mi ospiterà per i prossimi giorni, situato all'angolo tra la E Congress pkwy e S Wabash Ave.

Grande palazzo di svariati piani, facenti parte tutti dello stesso ostello. Al suo interno, al 2° piano si trova una zona relax molto grande, con biliardo e ping pong.

Troviamo poi la biblioteca, la sala computer, la cucina e la sala colazioni. Devo dire che c'è proprio tutto.

Dormirò in una stanza comune con 10 letti, che ancora non ho visto, ma per 22 Euro a notte ce n'è in abbondanza. Dovrei stare qui sino all'11 ottobre.

Questa mattina mi sono alzato dal letto intorno alle 7, dico alzato perchè ho dormito poco, quindi sarebbe sbagliato dire svegliato!!!Avevo nostalgia di Viviana e della mia famiglia, che ancora non avevo sentito, quindi la prima cosa è stata quella di sentire le loro belle voci, che anche se distanti sento essere molto vicine.

Fatto ciò, via a fare una colazione abbondante da Denny's, per poi organizzarmi e partire per la mia vera prima tappa in bici.

Sono partito dal Motel che sta sulla Shiller Park fino ad arrivare al centro di Chicago, vicino alla Roosevelt University, con una distanza complessiva di 26 Km. Niente in confronto alle grandi tappe che farò una volta lasciata Chicago.

Questo "piccolo" trasferimento in bici è stato rilassante e piacevole, la bella giornata di sole ha contribuito a renderlo così. E' stato fantastico vedere lo skyline di Chicago farsi sempre più vicino a me; è stato emozionante, non tanto per la città, ma perchè tutto piano piano stava diventando realtà.

 

Ore 20:00: Sono rientrato all'ostello dopo una giornata entusiasmante.

Ho girato su e giù per downtown, per prima cosa, dovevo assolutamente mettermi alla ricerca di un negozio che vendesse lucchetti, necessario per chiudere il box all'ostello,  dove avrei messo tutte le mie cose. Quindi con buone speranze, ho iniziato la ricerca.

Parto e faccio un giro dell'isolato ma niente, torno indietro ma ripercorrendo la parallela e trovo un negozio di bici!!! Entro... chiedo... ma avevano solo quelli grandi per bici. Il titolare del negozio, gentilissimo, mi fa vedere dal suo Ipad, dove forse avrei trovato quello che a me interessava, faccio una foto con il mio Iphone dell'indirizzo, saluto ringraziando per l'aiuto... metto l'indirizzo su Google Map... e inizio a pedalare!

Il negozio di ferrramenta indicatomi precentemente dal gentilissimo signore, risulta molto fornito; esco con il mio bel lucchettino nella mano!!!

Ritorno in ostello per allegerirmi, ripongo le borse nell'armadietto e decido di uscire di nuovo, proseguendo verso E. Congress Pkwy fino ad est verso il lago Michigan. 

Un ponte in salita mi impediva di vedere oltre, salgo e quando arrivo in cima... ecco il lago di fronte a me, con una fontana bellissima, la Buckingham Fountain.

Mi ritrovo, poi, al Grant Park, con una pista ciclabile fantastica che costeggia il lago.

A sinistra l'immenso lago che sembra mare e dal lato opposto opere ingegneristiche che si estendono su nel cielo.

Bici ovunque, gente che corre, bimbi che giocano con le loro famiglie, studenti che si allenano e turisti.

Proprio li si trovano le 3 delle tante attrattive da non perdere a Chicago: Field Museum of Natural HIstory, Adler Planetarium and Astronomy Museum e lo Shedd Aquarium. Domani andrò a visitarle.

Il momento migliore, però, è stato al calar del sole, non volevo andar via, sono rimasto ipnotizzato dalle luci dei grattacieli, dal mare e dal cielo che faceva da sfondo con i suoi colori di un tramonto indimenticabile.

07.10.2013 06:00

Roma

Oggi è un giorno molto speciale.

Giorno che lascerò l'Italia alla volta degli States, ma anche molto importante per il compleanno di VIvi, fantastica persona che mi ha sostenuto, aiutato e stata vicina sempre.

Chicago sarà la mia prima città, questo è certo, perchè il mio volo mi condurrà proprio li. Per quello che verrà dopo chissà... giorno per giorno si vedrà.

Ore 6:52. Sono sul treno Leonardo Express direzione Roma Fiumicino. La prima cosa che farò una volta arrivato in aeroporto sarà quella di ritirare la bici (lasciata sabato al deposito bagagli), il check in, controlli di sicurezza e poi via... si parte.

Ore 10:00. Ho già ritirato la bici al deposito bagagli (24 Euro per averla tenuta in custodia un giorno e mezzo) e fatto tutti i controlli. Ora non mi resta che attendere la partenza, che ha già, ovviamente, un ritardo. Partenza prevista 11:05, prima era alle 10:00... speriamo bene!!!

- Piccola descrizione sui servizi dell'aereoporto di Fiumicino terminal T3: quasi completamente sprovvisto di informazioni e indicazioni su dove andare, ho percorso svariati Km in un area di qualche centinaio di metri; sono arrivato 3 ore prima e non sono riuscito a rilassarmi nemmeno per 5 minuti, tranne che al gate... ma quello solo perchè il volo era in ritardo. Molta confusione.-

Chicago, stesso giorno. 

Ore 20:30 locali, 3:30 ora italiana.

Finalmente scrivo dalla camera del mio primo alloggio, di questo che sarà un lungo viaggio, il Motel 6 da 55$ a notte. Ho scelto questo motel perchè vicino all'aeroporto, considerato il lungo viaggio in aereo e il jet lag sapevo che avrei avuto bisogno di riposo subito.

Devo dire che il volo è andato meglio di come lo immaginassi. Sono riuscito a dormire qualche ora, guardato qualche film, e, in men che non si dica stavamo già atterrando.. solo con 2 ore e 30 di ritardo!!!

All'aeroporto i controlli di rito sono stati rapidi e c'è stata poca attesa per il ritiro dei bagagli e della bici.

L'addetto alla dogana mi ha guardato un pò male quando, chiedendomi cosa ci facessi negli States, io ho risposto così: " Girare gli Stati Uniti con la mia bici!".

Tante persone incuriosite si sono avvicinate mentre montavo la bici, facendomi tante domande e anche prestandomi di tanto in tanto un piccolo aiuto.

Montata la bici, e, molto sollevato dal fatto che non avesse subito alcun danno, cambio i soldi e studio il percorso per il motel. Ormai è già buio, non ho internet e il gps è inutilizabile. Un leggero panico mi assale, ma decido comunque di mettermi in sella riuscendo, solo con il mio intuito, a trovare la strada giusta nonostante abbia percorso un pezzo di autostrada in contromano.

Fatto il check in entro nella mia camera 321, ordinata e pulita. Sistemo i bagagli, faccio la doccia e via a letto. Domani mi attenderà una giornata pesante...

 

29.09.2013 20:07

Primo blog

Oggi abbiamo inaugurato il nostro nuovo blog. Continuate a frequentarlo e vi terremo aggiornati. Potrete leggere i nuovi post del blog tramite il feed RSS.

© 2013 Tutti i diritti riservati.

Crea un sito web gratisWebnode