La crescita... Viaggio Avventura Libertà

New York

27.10.2013 21:00

Ore 21:00 dal nuovo ostello, ancora senza aver cenato...

Questa mattina finalmente è arrivata l'ora di abbandonare questo puzzolente hotel e trasferirsi nel nuovo ostello, al centro di Manhattan.
Mi sveglio alle 8:30, già con il panico di sistemare a dovere tutti i miei bagagli. Viaggiare in bici significa fare e disfare le "valigie" ogni volta... conseguenza delle soste brevi!
Diventa ancora tutto più complicato quando, come quest' ultima volta, il mio alloggio era di 2 mq, compresa la mia bici al suo interno. Avevo tutto accumulato in un angoletto.
Dopo essermi lavato, torno in camera e mi metto a lavoro.
Prima cosa metto la bici nel corridoio principale, ripongo il sacco a pelo nella sua sacca e piego tutti i vestiti catalogandoli sul letto tra roba da lavare, regali, abbigliamento e accessori per la bici. Prendo le borse e ripongo tutto al loro interno, compresa la roba che si è aggiunta, miracolosamente facendocela stare.
Sono due borse laterali posteriori con capacità di 20 litri ciascuna, una borsa frontale da 7 lt e uno zaino abbastanza grande.
In una borsa laterale ho messo abbigliamento tecnico, antipioggia, scarpe da bici e accessori per cucinare.
Nell'altra borsa tutto il resto dell'abbigliamento con qualche altra cosetta. In quella più piccola frontale ci sono accessori per smontare la bici, ricarica batteria, accumulatore di corrente, coltellino svizzero, accessori per la action cam, cuffie, fischietto, luce e occhiali da sole. Nello zaino, notebook con caricatore, Ipad, sapone per il bagno, due libri, qualche foglio e i lucchetti per la sicurezza della bici.
Altre cose che ho con me sono: un sacco a pelo e la tenda da un posto.
Il problema è il trasporto di tutte queste cose senza la bici, tipo quando devo prendere un treno o devo fare qualche spostamento. Ma l'ho risolto in questo modo: allora... le borse laterali si agganciano sul lato della bici con un sistema di chiusura circolare, e,  per far si che rimangano unite ho preso un tubo di rame,18 cm di diametro e lungo 40 cm, al quale le borse si agganciano alla perfezione; ho fatto passare una corda dentro il tubo, facendo due occhielli all'estremitò dei lati, che servono per agganciarci la tracolla. Sopra le borse unite tra loro ci poggio su il sacco a pelo con la tenda; lego tutto assieme con 4 elastici con gancio, che uso anche per assicurare tutto il carico una volta sulla bici. Questo mi permette di far diventare 4 pezzi in uno, belli compatti e di facile trasporto. La borsa piccola ha la sua tracolla e lo zaino sta sulle spalle.
Inizio a portare giù la bici, ricordo che non c'è l'ascensore e devo fare 5 piani. La lego fuori e vado a prendere il resto delle mie cose.
Scendendo, arrivo alla reception per fare il check out dove trovo mister simpatia cinese, gli lancio le chiavi senza neanche guardarlo.
Adesso devo preparare la bici per il trasferimento, piazzo tutto il carico e inizio a pedalare verso nord, decido di passare lungo il fiume Hudson, dove la pista ciclabile è molto scorrevole, oltre ad esserci una bella vista.
Arrivo nel nuovo ostello dopo poco più di un' ora, questo si trova all'angolo tra Amsterdam Ave. e la 104ma strada.
Posso dire che stavolta l'ostello è veramente bello e accogliente. Faccio subito check in e pago un extra per il deposito della bici.
La mia camera è la 331 al terzo piano, salgo subito ed entro nella camera da 10 letti, un profumo di pulito mi accoglie e già sono più felice. Mi rilasso un'  ora e mezza e nel frattempo sento Vivi, su skype, sdraiato sul letto contraddistinto con la lettera A.
Alle 14:00 esco e vado a mangiare al vicino McDonald's, per poi dirigermi verso Harlem, zona a nord di Manhattan, popolata da afroamericani. In quel quartiere, si trova l'Apollo Theatre situato al 253 W. della 125ma strada. Questo teatro lanciò artisti come James Brown, Michael Jackson, The Jackson 5 e Ella Fitzgerald.
Fatte alcune foto, mi sposto più a nord sino ad arrivare al George Washington Bridge. In tutta la zona nord non ci sono grattaceli e il traffico è molto più tranquillo.
Oltrepasso il ponte e il fiume Hudson che porta nello stato del New Jersey che però non visito infatti attraverso il ponte e torno indietro. Mi dirigo dalla parte opposta, verso il Bronx e decido di entrarci giusto per dare una sbirciatina.
Faccio un giretto in qualche via per sentire il brivido del Bronx, legato più che altro all'immaginario collettivo e ai media come luogo pericoloso e poco raccomandabile... già noto la tanta differenza che separa questi distretti. Infatti percorrendo solo pochi kilometri ci si ritrova nel lusso e nell'alta finanza, dove se Wall Street prende il raffreddore tutto il mondo starnutisce!!! Posti vicini nella stessa città ma lontani anni luce, quasi tipo terzo mondo. Dove i ragazzi giocano in campi da basket fatiscenti e sporchi, con canestri di fortuna arrangiati alla meno peggio.
Anche se sono cose che già sappiamo, stando qua e osservandole in bici la percezione diventa più nitida. Sei a stretto contatto con la città che ti scorre sotto  le ruote, solo le gambe a darti trazione, il rumore della catena che gira e le voci che senti e che cambiano accento di via in via. Solo la bici riesce a farti percepire questo.
Adesso aspetto che le mie cose finiscano di essere lavate e finalmente andrò a mangiare...
 

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